Chi c'è dietro The Movement, la fondazione che sostiene i populisti in Europa

L'obiettivo è quello di portare i partiti populisti a conquistare le istituzioni Ue: come funziona The Movement e chi c'è dietro la fondazione voluta dall'ex stratega Usa, Steve Bannon

Chi c'è dietro The Movement, la fondazione che sostiene i populisti in Europa

Ci è riuscito con Donald Trump nel 2016. Ora vuole prendersi anche l’Europa, Steve Bannon. L’ex stratega della Casa Bianca scommette sull’alleanza tra i partiti populisti europei.

L’obiettivo? Difendere la sovranità nazionale degli Stati, proteggere le frontiere dall’immigrazione di massa, combattere l’Islam radicale e difendere lo Stato di Israele, mettere in discussione, su basi scientifiche, la retorica dominante sul clima. Costruire, insomma, un ponte tra una sponda e l’altra dell’Oceano Atlantico, per dare seguito in Europa al nuovo corso inaugurato da Trump negli Stati Uniti. Con una mano tesa anche alla Russia di Vladimir Putin, per superare le vecchie divisioni tra Est e Ovest ed unirsi contro il nemico comune: l’Islam radicale. Questo, in sostanza, il programma politico della piattaforma che ha raccolto nei giorni scorsi l’adesione di Matteo Salvini e alla quale guarda con interesse anche la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

The Movement nasce nel 2017, quando Bannon era ancora il braccio destro di Trump e il governo Renzi iniziava a traballare dopo la sonora sconfitta incassata con il referendum costituzionale del 4 dicembre. Il 9 gennaio l’avvocato e attivista politico belga Michael Modrikamen, sua moglie Yasmine Dehaene, segretaria generale di una piccola formazione di destra, il Partito popolare belga, e Laure Ferrari, assistente parlamentare del gruppo europeo Europa della Libertà e della Democrazia Diretta, di cui fa parte anche il M5S, firmano l’atto costitutivo della fondazione nello studio legale di Modrikamen a Boitsfort, a sud di Bruxelles. Prima di The Movement, secondo la ricostruzione del quotidiano La Stampa, i tre avevano fondato l’Alleanza per la Democrazia Diretta in Europa (Adde), un partito registrato a Bruxelles e finito nell’occhio del ciclone per aver utilizzato in modo “improprio” i fondi erogati dal Parlamento europeo: 500mila euro, che, nello specifico, erano stati destinati al finanziamento di iniziative a favore della Brexit in Gran Bretagna.

Il progetto è stato tenuto segreto fino all’estate scorsa, quando ad uscire allo scoperto è stato lo stesso Bannon. The Movement supporterà i movimenti populisti nella corsa alle elezioni europee di maggio 2019 con consulenze logistiche e di comunicazione. La sfida, lanciata da uno che di campagne elettorali se ne intende, dovrebbe portare alla formazione di “un gruppo unico populista” al Parlamento di Bruxelles, e i leader “dell’internazionale sovranista” a far sentire la propria voce e il proprio peso specifico all’interno dei vertici europei. Se in Italia l’idea è piaciuta subito al ministro dell’Interno Matteo Salvini, che Bannon ha paragonato addirittura a Trump, i pentastellati si dividono.

Tra i favorevoli ad un ingresso nell’alleanza c’è Davide Casaleggio, mentre a mostrare scetticismo sono Luigi Di Maio e Roberto Fico. Eppure, per l’ex stratega della Casa Bianca, il M5S è una pedina fondamentale per portare avanti la rivoluzione sovranista.

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