Il China International Import Expo, i numeri e le intese siglate

Un evento mondiale, con dodici Paesi amici tra cui l'Italia, che consacra la Cina come grande nazione importatrice

Il China International Import Expo, i numeri e le intese siglate

È stato un evento internazionale segno tangibile della transizione che la Cina sta compiendo da gigante dell’export a nazione importatrice. Parliamo del CIIE, il primo China International Import Expo, fiera mondiale dove la Cina ha concesso lo status di “ospite d’onore” a 12 Paesi, ovvero Brasile, Canada, Egitto, Germania, Ungheria, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia, Sudafrica, Vietnam e Regno Unito. Il CIIE, concluso il 10 novembre dello scorso anno con la firma di numerosi accordi, ha ospitato aziende provenienti da tutti gli stati membri del G20, oltre a 50 paesi e regioni situate lungo la Belt and Road. Le intese siglate per l’acquisto di beni e servizi hanno totalizzato un valore di 57,83 miliardi di dollari, di cui oltre 16,46 miliardi di dollari provenienti dagli accordi relativi alle apparecchiature e le strumentazioni ad alta tecnologia, seguiti da intese per 12,68 miliardi di dollari relative ai prodotti alimentari e agricoli; 11,99 miliardi per le automobili; 5,76 miliardi per le attrezzature mediche e i prodotti sanitari; 4,33 miliardi per elettronica di consumo ed elettrodomestici; 3,37 miliardi per abbigliamento, accessori e beni di consumo. Per il settore dei servizi, il valore degli accordi ha raggiunto quota 3,24 miliardi di dollari. Da queste cifre è possibile comprendere quali siano i beni più ricercati oggi in Cina e i possibili trend del futuro. Nei prossimi 15 anni, le autorità cinesi prevedono, infatti, di importare beni per 30mila miliardi di dollari e servizi per 10mila miliardi di dollari. Va ricordato che nel 2017 le importazioni della Cina sono
state più di 1.800 miliardi di dollari, tra cui solo 20 miliardi dall’Italia. Il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Michele Geraci, presente al China International Import Expo, ha dichiarato che “l’Italia è rimasta un po’ indietro sul mercato cinese. Non sfruttiamo appieno la domanda che i consumatori cinesi hanno per i prodotti italiani. Dobbiamo cercare di colmare questo gap”. Il Sottosegretario Geraci ha inoltre spiegato che per le aziende italiane è importante capire la domanda dei consumatori cinesi e prevederne le evoluzioni.

La parola al Presidente Xi Jinping

Il CIIE è stato aperto dal presidente Xi Jinping il quale nel suo intervento ha promesso di continuare ad ampliare l’accesso al mercato interno, nonostante i rischi e le sfide posti da politiche protezioniste. Secondo Xi, dovranno essere realizzate ulteriori aperture nel settore agricolo, minerario, manifatturiero e in quello delle telecomunicazioni, dell’educazione, della
sanità e della cultura. Il CIIE tenutosi a Shangai, come sottolineato da Xi Jinping, conferma la volontà della Cina di aprirsi al mondo e i numeri dei paesi partecipanti, più di 172, così come le oltre 3.600 aziende, testimoniano la volontà di rafforzare la cooperazione in campo commerciale. Xi Jinping ha ribadito la necessità di salvaguardare il multilateralismo ed il libero scambio dal ritorno dell’unilateralismo e del protezionismo. Per questi motivi la Cina ha deciso di perseverare nella promozione dell’apertura e la cooperazione. Un elemento centrale riconosciuto da Xi nel campo dello sviluppo è certamente quello dell’innovazione scientifica, tecnologica, industriale e digitale che dovrà favorire l’abbattimento del collo di bottiglia che frena la crescita globale. Le riforme di apertura avviate in Cina 40 anni fa, hanno reso possibile la crescita e l’apertura del paese sempre di più. Un’apertura della quale hanno beneficiato anche gli altri paesi. Xi ha inoltre aggiunto che nei prossimi 15 anni, il totale previsto dei prodotti e servizi importati dalla Cina supererà rispettivamente 30 mila miliardi e 10 mila miliardi di dollari e in tal senso la Cina ha individuato cinque priorità per ampliare ulteriormente
la sua apertura: stimolare le importazioni, ampliare l’accesso al mercato, nuove leggi sugli investimenti esteri, sostegno a zone di libero scambio, promuovere la cooperazione internazionale a livello multilaterale e bilaterale. Soprattutto quest’ultimo punto, con le implicazioni che potrebbero determinarsi da un accordo di investimenti tra Cina ed Europa, così come il contributo della Cina nei forum internazionali quali G20, APEC, SCO e BRICS a cui si andrà ad aggiungere l’implementazione della BRI, confermano quanto Pechino sia impegnata alla costruzionedi un nuovo modello di cooperazione inclusiva, finalizzato alla costruzione di una comunità dal futuro condiviso e migliore per l’umanità.

E l'Italia?

Il Made in Italy è stato al centro della prima fiera internazionale dell’importazione, con 190 aziende della grande industria, dei beni di consumo e dell’agroalimentare. A guidare la delegazione italiana a Shanghai è stato il vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che ha presieduto alla firma di alcuni importanti accordi tra le aziende italiane
e cinesi, presenti al China International Import Expo. Leonardo ha firmato l’intesa per la vendita di 15 elicotteri AW139 da soccorso con il suo distributore elicotteristico cinese, Sino-Us Intercontinental Helicopter Investment, che saranno consegnati tra il 2019 e il 2020. Tra i due gruppi è stato raggiunto anche un accordo quadro per rafforzare ulteriormente la partnership nel lungo periodo. Ansaldo Energia ha firmato con Shanghai Electric un accordo del valore di circa 60 milioni di euro per la fornitura della prima turbina a gas di classe H GT36 destinata alla centrale di Minhang in Cina, mentre Fincantieri ha firmato l’intesa per la costituzione dell’hub dedicato alla produzione di navi da crociera nel distretto di Baoshan, che sorge a Shanghai, assieme a Cssc (China State Shipbuilding Corporation) e Carnival. L’azienda farmaceutica Zambon ha siglato un contratto per rifornire 7mila ospedali cinesi con il suo Fluimucil. Per questo ha investito 30 milioni di euro per l’ampliamento del sito produttivo in Italia, che prevedela costruzione di un nuovo stabilimentoe 120 assunzioni al fine di incrementare la produzione di Fluimucil da esportare sul mercato cinese. Non poteva mancare il settore finanziario: Sace Simest e la filiale di Milano di Bank of China hanno firmato un memorandum d’intesa per sviluppare opportunità di commercio e investimenti tra Italia e Cina a margine della prima edizione del China International Import Expo.

Italia e Cina hanno inoltre raggiunto un’importante intesa sull’esportazione di agrumi italiani verso la Cina, tramite il trasporto aereo e non più soltanto via nave.

L’autore è docente di Relazioni internazionali presso la Lumsa

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