Come la Cina garantisce l'occupazione e il lavoro nel post pandemia

La Cina conta 900 milioni di lavoratori. Garantire l’occupazione è necessario per tutelare la vita del popolo e consentire all’economia del Paese di imboccare nuovamente una strada di normalità dopo la pandemia. Ecco come il governo lo sta facendo, concretamente

Come la Cina garantisce l'occupazione e il lavoro nel post pandemia

Il testo del Rapporto sul lavoro del governo pronunciato dal premier Li Keqiang il 22 maggio del 2020, alla terza sessione della tredicesima Assemblea nazionale del popolo, contava 10.500 parole. L’anno scorso erano 20mila. Una riduzione notevole, che però non ha riguardato la parola "occupazione", le cui occorrenze hanno raggiunto quota 39.

Il Rapporto sottolinea che, a causa delle conseguenze portate dall’epidemia globale di Covid-19, il mercato del lavoro in Cina si è trovato a fronteggiare sempre maggiori difficoltà e che, per questo motivo, mantenere il livello occupazionale dei cittadini è diventato un obiettivo prioritario per il governo cinese.

Il documento del governo ha determinato obiettivi specifici: saranno creati più di 9 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane mentre il tasso di disoccupazione registrato al loro interno sarà di circa il 5,5%. Per raggiungere questo obiettivo, vengono adottate una serie di misure di politica fiscale e monetaria e di investimento, e viene offerto maggiore sostegno ad alcune fasce della popolazione fornendo sussidi diretti alla formazione professionale.

Politiche fiscali, monetarie e di investimento

Per difendere l’occupazione e garantire il sostentamento del popolo, è necessario mantenere la stabilità di centinaia di milioni di operatori del mercato, facendo del proprio meglio per aiutare le imprese – in particolare le PMI e le ditte individuali – a superare le difficoltà. Il governo cinese ha rafforzato i provvedimenti per ridurre la pressione fiscale e aiutare gli operatori del mercato sostenendone lo sviluppo. Ha inoltre continuato ad attuare una politica di riduzione dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto e dell’aliquota dell’assicurazione pensionistica entrata in vigore lo scorso anno, attuando inoltre nuovi sgravi fiscali per circa 500 miliardi di yuan.

Nel 2020 le PMI vengono esentate dalle spese per l’assicurazione pensionistica, per quella contro la disoccupazione e contro gli infortuni sul lavoro. I piccoli contribuenti sono stati esentati dall’IVA, insieme alle imprese di trasporti pubblici, di ristorazione, di turismo e intrattenimento, di sport e attività culturali e di altri servizi. Queste esenzioni riguardano anche il fondo di sviluppo dell’aviazione civile e la tassa per la costruzione portuale. Il pagamento dell’imposta sul reddito per le piccole imprese, microimprese e ditte individuali sarà rinviato al 2021.

Si stima che gli sgravi fiscali per le imprese supereranno i 2.500 miliardi di yuan. Il governo cinese è deciso a promuovere la riduzione dei costi operativi e di produzione delle imprese. La politica di riduzione del 5% dei prezzi dell’elettricità per le industrie e le imprese commerciali sarà estesa fino al termine di quest’anno. La tariffa media per la banda larga e la rete dedicata è stata ridotta del 15%. Saranno inoltre ridotti o sospesi i pagamenti degli affitti per gli immobili di proprietà statale e - con politiche di sostegno da parte del governo, che ha deciso di eliminare gli oneri imposti alle imprese non in linea con la legge - tutti i tipi di proprietari immobiliari sono stati incoraggiati a fare lo stesso.

Sarà rafforzato il sostegno finanziario diretto alla stabilità delle imprese. La politica di postergazione per i prestiti nei confronti delle PMI sarà prorogata alla fine di marzo 2021. Il governo ha incoraggiato le banche ad aumentare in modo sostanziale i prestiti diretti a piccole e microimprese, e ha chiesto alle grandi banche commerciali di aumentare del 40% il tasso di crescita dei prestiti per le piccole imprese con bassi profitti. Inoltre, il governo sosterrà le imprese nell’espansione del finanziamento obbligazionario.

Rafforzare il sostegno all’occupazione per i neo-laureati

Nel 2020 la Cina conterà 8,74 milioni di neo-laureati e questa cifra rappresenterà un nuovo record. Allo scopo di mantenere stabile il mercato dell’occupazione per i giovani che hanno appena terminato i loro studi, il sistema di istruzione ha proposto di ampliare i canali occupazionali in considerazione di alcuni elementi. Innanzitutto, occorre sottolineare che l’occupazione dei neo-laureati corrisponde a una strategia nazionale. Sebbene il Covid-19 abbia provocato conseguenze relativamente grandi sul mercato del lavoro, lo sviluppo di una nuova economia e la trasformazione e il potenziamento dell’economia tradizionale sono dinamiche che danno luogo a moltissime opportunità di impiego.

La Cina incoraggerà attivamente i giovani che hanno completato i loro studi a trovare lavoro nei grandi progetti nazionali e in ambiti di rilievo. In secondo luogo, sarà allargato il reclutamento in settori chiave. Il governo incoraggerà tutte le regioni ad assumere in ambiti di particolare importanza come l’istruzione nelle scuole primarie e secondarie (in modo particolare nelle scuole superiori e materne che necessitano di personale docente).

La riforma dell’esame di maturità ha portato a una carenza strutturale di insegnanti delle scuole superiori e dovranno perciò essere creati nuovi posti di lavoro. In terzo luogo, sarà incoraggiata l’occupazione a livello di base. Questo livello rappresenta una grande scuola in cui i giovani crescono e diventano talenti, e fornisce il maggior numero di posizioni per i neo-laureati. Il Ministero dell’Istruzione continuerà ad attuare il piano per gli insegnanti nelle aree rurali e coopererà con le autorità competenti organizzando e attuando progetti di impiego a livello di base - come quello dei dirigenti dei villaggi, che interessa i neo-laureati, insieme al piano di occupazione per le regioni occidentali.

Allo stesso tempo, il sistema educativo, in collaborazione con le autorità competenti, introdurrà misure preferenziali per incoraggiare le piccole, medie e microimprese ad impiegare neo-laureati. Infine il mercato del lavoro sarà arricchito di quei nuovi modelli di occupazione che in Cina stanno crescendo rapidamente; ad esempio prenotazione di servizi, settori tecnologici, contenuti a pagamento...

Il governo instraderà quindi i neo-laureati verso i settori dei servizi, dell’istruzione, delle cure mediche e dell’assistenza agli anziani, (tutti peraltro importantissimi per migliorare il livello di vita delle persone). Molte aree offrono sostegno all’occupazione di neo-laureati in linea con le dieci misure introdotte lo scorso maggio dalla provincia del Sichuan.

Tra queste figurano le richieste di impiego da parte delle imprese statali e delle PMI a livello di base. Anche la provincia del Guizhou ha introdotto dieci misure per promuovere nel 2020 l’occupazione e l’imprenditorialità giovanile: attraverso la creazione di 20.000 posti di addetto pubblico e al sostegno a 5.000 laureati perche avviino le proprie attività e altre iniziative, molti giovani potranno trovare il lavoro o fare impresa di qualità.

Mantenere l’occupazione per i lavoratori delle aree rurali e sostenere la formazione professionale

In Cina, i lavoratori provenienti dalle aree rurali sono una categoria rilevante nel mercato dell’occupazione. Secondo i dati diffusi dal National Bureau of Statistics, nel 2019 in tutto il Paese il numero di questi lavoratori è arrivato a 290 milioni. Poiché rappresentano la quota principale del personale impiegato nel comparto dell’industria, chi proviene dalle aree rurali è nel gruppo più colpito dal Covid-19; per questo motivo il governo cinese ha chiesto di aumentarne il reddito e sostenere l’occupazione e l’imprenditorialità nelle regioni vicine ai luoghi dove risiedono.

Il governo ha inoltre deciso di promuovere lo sviluppo integrato dell'industria primaria, secondaria e del terziario, rafforzando gli aiuti diretti ai lavoratori provenienti dalle zone rurali, offrendo loro posti di lavoro anziché sussidi e consentendo a coloro che hanno fatto ritorno ai luoghi di origine di poter usufruire di una fonte di reddito.

Il 30 marzo, il Ministero dell’Agricoltura e degli Affari rurali e il Ministero delle Risorse umane e della Previdenza sociale della Cina hanno pubblicato congiuntamente il "Piano di attuazione per l’aumento dell’occupazione nei luoghi di origine dei lavoratori provenienti dalle aree rurali che fanno ritorno o che rimangono nei loro paesi", proponendo alle diverse località di rafforzare il sostegno a tali politiche e promuovendo al contempo il rientro ordinato di questi lavoratori nelle città per lavorare.

Questo "Piano di attuazione" prevede inoltre il rafforzamento dei servizi di guida e avviamento all’occupazione, in modo che i lavoratori di origine rurale che tornano o rimangono nella città natale trovino un impiego rapidamente. Il Rapporto sul lavoro del governo ha chiesto di favorire una politica di pari opportunità diretta a questa fascia di lavoratori per l’accesso ai servizi nei luoghi dove lavorano. In accordo con quanto pianificato dal governo, nel corso di quest’anno e del prossimo, 35 milioni di persone in Cina potranno ottenere una formazione professionale coperta dall’assicurazione contro la disoccupazione; potranno così ricostruire le loro competenze per giungere ad un buon impiego.

Lo scorso giugno il Ministero delle Risorse umane e della Previdenza sociale ha deciso di mettere in atto un "Programma di formazione per le competenze occupazionali dei lavoratori contadini", secondo cui nel 2020 e nel 2021 oltre 7 milioni di lavoratori contadini riusciranno a beneficiare annualmente di una formazione professionale. Il programma rafforzerà la formazione in diversi settori – tra cui edilizia, macchinari, manutenzione, gestione domestica, assistenza agli anziani, ristorazione, servizi di sicurezza, logistica e altri ambiti relativi alle competenze degli agrari – nonché la formazione per nuove professioni - tra cui corriere espresso, venditore on-line dal vivo e "conducente sostitutivo" (ossia colui chiamato a guidare un mezzo di trasporto in sostituzione del conducente principale impossibilitato a farlo).

La Cina conta 900 milioni di lavoratori.

Garantire l’occupazione di queste persone con l’adozione di nuove politiche rappresenta l’aspetto più importante per tutelare la vita del popolo ed è l’unico modo per consentire all’economia del Paese di imboccare nuovamente una strada di normalità.

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