Quelle piattaforme sott'acqua usate per i missili nordcoreani

La Corea de Nord ha compiuto enormi progressi nella tecnologia di espulsione, ma contrariamente a quanto detto fino ad oggi, a lanciare potrebbe non essere mai stato un sottomarino

Quelle piattaforme sott'acqua  usate per i missili nordcoreani

I passaggi satellitari commerciali effettuati il 19 aprile scorso sulla Corea del Nord hanno identificato una seconda chiatta utilizzata per i test missilistici presso il Nampo Naval Shipyard, nella costa occidentale del paese.

Secondo le prime stime del 38 North, gestito dall’U.S.-Korea Institute della Johns Hopkins University, la chiatta sembrerebbe identica per dimensioni, nove metri per 22,5, a quella avvistata per la prima volta nel dicembre del 2014 nella costa orientale del paese.

La chiatta nel Sinpo South Shipyard, sarebbe stata utilizzata per almeno sei lanci, compreso il Pukguksong-1/KN-11. L’occidente (almeno pubblicamente) ignorava l’esistenza della seconda chiatta. Si tratta di una piattaforma che può essere ancorata ed affondata ad una profondità impostata. Il missile viene collocato in un tubo verticale montato centralmente, con lancio monitorato in remoto. I test subacquei sono necessari prima dell’implementazione finale sui sottomarini per ottimizzare la tecnologia di espulsione e l’intero ciclo SLBM. La chiatta sembrerebbe essere simile, il condizionale è d’obbligo, alla vecchia piattaforma sovietica PSD-4 utilizzata negli anni ’60 per testare i nuovi asset SLBM.

A lanciare potrebbe non essere mai stato un sottomarino

Pubblicamente, si ignora l’origine della seconda chiatta. Potrebbe essere stata fabbricata dalla Corea del Nord, ma i cantieri navali sulla costa occidentale non hanno mai mostrato attività compatibile con un tale progetto. Potrebbe essere stata realizzata in qualche struttura sotterranea o, infine, acquisita all'estero così come avvenuto per la prima chiatta.

Se cosi fosse, si ignora sia il venditore che la tempistica di acquisizione. Se fossero state acquistate nello stesso periodo, il Nord sarebbe riuscito a nascondere la seconda chiatta per quasi tre anni. Se questa tesi venisse confermata, oltre alla reale ramificazione del programma SLBM che l’Occidente ignora, il Nord confermerebbe ancora una volta di essere a conoscenza dell’esatta esposizione alla rete commerciale.

Due settimane fa, i passaggi satellitari sul sito di dei test nucleari di Punggye-ri evidenziarono qualcosa di anomalo: partite di pallavolo in corso. Sono stati identificati tre campi di volley: il primo nell'area amministrativa principale, il secondo nell'area di supporto ed il terzo presso il centro di comando. I tornei di volley sono stati identificati in due diversi passaggi satellitari. La capacità satellitare di sorveglianza del Sud, sarà pienamente operativa entro il 2023: attualmente si basa sul supporto delle intelligence straniere e sulla rete commerciale. Si ignora se le stesse immagini siano state confermate anche dai satelliti militari, come l'israeliano Ofek 11. Tuttavia, se cosi fosse, la Corea del Nord conoscerebbe non solo l'esatta programmazione e l'esposizione alla rete orbitale commerciale, ma anche a quella militare posta a controllo dei siti sospetti ed agire impunemente così come avvenuto nei precedenti test nucleari.

La Corea del Nord, probabilmente, ha volutamente esposto la seconda chiatta alle diverse costellazioni satellitari occidentali che monitorano costantemente il paese, identificata a pochi metri dal nuovo sottomarino da 67 metri classe Sinpo/ Gorae.

Il battello classe Sinpo dovrebbe avere un dislocamento di 900-1500 tonnellate. Dovrebbe essere in grado di trasportare un solo missile (in realtà a lanciare sarebbe stata la chiatta per i test, per un montaggio effettuato ad arte dei media del Nord) a 10/15 metri sotto la superficie dell'acqua. E’ una profondità che pone il sottomarino a rischio di rilevazione rispetto alle più grandi piattaforme. Gli Ohio americani, ad esempio, potrebbero lanciare i Trident a 120 metri di profondità.

Speculazioni, infine, sul presunto sottomarino da tremila tonnellate del Nord.

La Corea de Nord ha compiuto enormi progressi nella tecnologia di espulsione da una piattaforma in immersione, ma contrariamente a quanto detto fino ad oggi, a lanciare potrebbe non essere mai stato un sottomarino.

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