Che si sia trattato o meno davvero di un test della bomba all'idrogeno, quando avveniva a Nord del confine non poteva lasciare indifferente la Corea del Sud e Seul non ha atteso molto per mettere in campo la sua risposta. La data non è casuale, l'8 gennaio è il compleanno del leader Kim Jong-Un. Un'occasione ghiotta per riattivare la macchina della propaganda, in modo decisamente inusuale.
A mezzogiorno, ora di Seul, gli altoparlanti posizionati da anni sul confine tra i due Stati della penisola sono stati rimessi in funzione. Obiettivo: denunciare le violazioni dei diritti umani di Pyongyang, lodare il libero Sud, ma pure sparare a tutto volume successi del K-pop sudcoreano. Una curiosa tortura, "per rendere le tramissioni interessanti", secondo il ministero della Difesa, che non è chiaro quanto sia stata ben accolto dall'altro lato della frontiera.
Le trasmissioni di propaganda si erano fermate, in passato, dopo le proteste di Pyongyang, che parlava di "strumenti di guerra psicologica". Il recente annuncio di un test (riuscito, a sentire la propaganda ufficiale del Nord) di un ordigno all'idrogeno ha spazzato via però ogni remora, nonostante in passato Kim Jong-Un avesse minacciato di abbattere i diffusori a colpi d'artiglieria.
Intanto, ieri, la Corea
del Sud ha annunciato che limiterà l'accesso alla zona industriale di Kaesong, che è condivisa dai due Paesi. Solo gli imprenditori direttamente coinvolti nel funzionamento delle fabbriche saranno ammessi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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