In Brasile sta causando indignazione la vicenda di un uomo che, positivo al Covid, è andato camminando per strada “sputandosi sulle mani” e strofinando le stesse su ogni cosa gli capitasse a tiro, apposta per diffondere il coronavirus. Per questo comportamento, il soggetto in questione è stato arrestato due volte e, dopo il suo secondo fermo, rischia adesso una condanna a molti anni di carcere. L’episodio incriminato è accaduto nello Stato di Rio Grande do Sul, nell’est del Paese, considerato uno dei principali epicentri mondiali dell’epidemia, dove la mortalità è particolarmente alta. In quest’ultima settimana, tale Stato ha infatti raggiunto il record negativo delle 188 vittime di Covid giornaliere, mentre l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva supera già il 100% della capacità totale, sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private
Il “super-diffusore” brasiliano è stato incastrato dalle telecamere di sorveglianza presenti in strada, una prima volta nella città di Planalto e la seconda nella città di Iraì. Nella prima località, la videosorveglianza ha ripreso quell’uomo, che le forze dell’ordine avrebbero poi scoperto positivo al Covid, intento a sputarsi sulle mani e a sfregarle sulle maniglie esterne delle auto e in altri luoghi dove il virus poteva contagiare facilmente qualcuno. Per questo suo comportamento, quel soggetto è stato subito arrestato, ma è stato scarcerato dopo poco tempo. Egli ha così ripetuto quel comportamento pericoloso, stavolta nella città di Iraì.
Lì, l’individuo incriminato è stato sempre immortalato da delle telecamere di sicurezza installate lungo una via, di nuovo intento a contaminarsi le mani e a toccare oggetti per la strada. Di conseguenza, dopo il suo secondo arresto, è scattato automaticamente anche il ricovero coatto del soggetto positivo. Per questi suoi ripetuti illeciti, l’uomo rischia attualmente condanne sulla base di più articoli del codice penale locale.
A suo carico sono state infatti già avanzate incriminazioni ai sensi degli articoli 268, 131 e 132 della normativa citata, relativi ai reati di procurata epidemia, avvelenamento e attentato alla salute pubblica. L’imputato rischia così una condanna fino a 6 anni di reclusione.
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