"Dacci 5mila euro o tuo figlio morirà...": il ricatto delle milizie russe

I russi hanno contattato la donna tramite il profilo Facebook del figlio chiedendo il versamento di 5mila euro per non uccidere il ragazzo

"Dacci 5mila euro o tuo figlio morirà...": il ricatto delle milizie russe

La guerra è un massacro e questo lo sanno tutti. I social, però, per la prima volta la stanno portando quasi in tempo reale nelle case dell'Occidente, mostrandone alcuni aspetti inediti fino a questo momento. I volti dei soldati che combattono, che muoiono o che vengono catturati si trovano sui canali dedicati alla guerra, i loro video mentre combattono rimbalzano di Paese in Paese e le stesse autorità sono solite condividere momenti dal fronte, anche i più cruenti, quelli che fanno maggior presa sull'opinione pubblica. Perché in fondo, ormai si è capito, la guerra in Ucraina è fatta anche dalla propaganda. Tra i recenti video sul tema che sono diventati virali sui social c'è quello condiviso da Mykhailo Podolyak, negoziatore ucraino e consigliere del presidente Zelensky.

Mostra un giovanissimo prigioniero ucraino, probabilmente ancora adolescente e sbarbato, catturato dalle milizie russe. È proprio la sua giovane età a rendere il video così impressionante e impattante sull'opinione pubblica, oltre che la sua richiesta dettata dai carcerieri russi. Il ragazzo appare impaurito davanti alle domande dei russi, alle quali risponde con voce incerta: "Mi chiamo Novikov Alexey Antonovich e sono un soldato della 109esima brigata delle forze di difesa territoriale della regione di Donetsk".

Il giovane sarebbe originario di Mariupol e pare sia stato catturato lo scorso sabato. Sarebbe tenuto prigioniero in uno scantinato della città dove, però, precisa di poter disporre liberamente di "cibo, acqua e un bagno" e di non essere in condizioni tali da richiedere l'intervento dell'assistenza medica. Appare subito evidente che il video sia comunque registrato sotto stretto controllo da parte dei russi ed è infatti lo stesso Mykhailo Podolyak a spiegare che quella breve clip è stata inviata dai russi alla madre del giovanissimo soldato con un unico scopo: ottenere un riscatto in denaro in cambio della sua liberazione. Se non riceveranno "5mila euro entro lunedì, il figlio verrà giustiziato nel prossimo video".

L'atteggiamento tenuto dai militari russi, come denuncia Mykhailo Podolyak, li rende "sempre più simili ai militanti dell'Isis. La Russia deve essere riconosciuta come uno Stato-terrorista".

La madre è stata raggiunta dal sito Meduza e a loro ha spiegato di essere stata contatta tramite il profilo Facebook di suo figlio: "Mi hanno mandato prima un vocale, poi mi hanno chiamato attraverso Messenger chiedendo i soldi, infine mi hanno inviato il video di Alexey prigioniero". La donna, tuttavia, nega l'arruolamento del figlio e ha avviato una raccolta fondi per trovare entro pochi giorni il denaro necessario per salvare la vita al figlio.

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