In Egitto sono esplose in questi giorni feroci polemiche contro una conduttrice televisiva accusata di “offendere le persone sovrappeso”.
La donna incriminata si chiama Reham Saeed, volto del talk show Sabaya, in onda sull’emittente nazionale al-Hayah TV. Costei, in base a quanto riportano i media locali, si sarebbe appunto ultimamente scagliata contro gli individui obesi, traendo spunto dalla recente campagna del presidente al-Sisi contro gli stili di vita poco salutari.
La Saeed, durante le dirette del suo programma, avrebbe bollato tali soggetti come “un peso per le loro famiglie e per la società”. Ad avviso della conduttrice, inoltre, le donne sovrappeso perderebbero la loro femminilità, proprio per colpa delle “devastanti tossine contenute nel grasso in eccesso”, mentre gli uomini affetti da questo problema sarebbero “ripugnanti” e “condannati alla solitudine”.
Su impulso delle proteste dei telespettatori del talk show, l’emittente ha alla fine deciso di interrompere Sabaya e di rimuovere la Saeed dal suo ruolo televisivo. Quest’ultima ha però subito protestato contro il provvedimento adottato da al-Hayah TV, etichettandolo come“dettato da pregiudizi sessisti”.
Il volto tv ha quindi esternato tutto il proprio sdegno pubblicando dei commenti sul suo profilo Instagram, in cui denuncia inoltre di essere attualmente vittima di“minacce di morte”. A causa della “campagna di odio” scatenatasi contro di lei all’indomani delle sue esternazioni pubbliche sull’obesità, la Saeed e i suoi figli sarebbero infatti divenuti oggetto di “deliranti messaggi diffusi tramite social”.
L’ormai ex conduttrice ha contestualmente postato dei messaggi in cui rivendica il proprio impegno solidale nei riguardi delle persone “piombate nella depressione per colpa dell’obesità” e la sua attività di sostegno ai nutrizionisti attivi nel promuovere stili di vita sani in Egitto.
A difesa della donna si sono subito schierate le associazioni femministe, che continuano a denunciare la “valenza misogina” del licenziamento disposto da al-Hayah TV. L’Egyptian Centre for Women's Rights, ong impegnata nella lotta contro le violenze di genere, ha appunto attaccato i vertici dell’emittente per avere adottato un “atteggiamento intransigente contro una persona impiegata da anni in quell’azienda e che era responsabile unicamente di essere una donna libera e decisa a esprimere senza remore le proprie opinioni”.
L’estromissione della Saeed sarebbe quindi, sempre a detta di questa associazione, una “pagina nera” per il sistema radio-televisivo dell’Egitto, già distintosi in passato per provvedimenti drastici ai danni di personalità femminili scomode.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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