Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha in questi giorni inaugurato una mega-moschea a Istanbul.
Il nuovo luogo di culto islamico, situato sulla collina di Çamlıca, nella parte asiatica della metropoli, è il più grande della nazione asiatica. Esso, realizzato in uno stile che fonde elementi dell’architettura ottomana e di quella selgiuchide, può infatti ospitare 63mila fedeli. La nuova moschea è contornata da ben sei minareti, rappresentativi degli elementi centrali della fede coranica. Annessi al luogo sacro vi sono un museo di arte religiosa turca, una biblioteca, diversi spazi espositivi e una sala-conferenze.
All’inaugurazione della mega-struttura hanno preso parte, oltre al leader di Ankara, il capo dello Stato albanese Ilir Meta, il presidente guineano Alpha Condé, quello senegalese Macky Sall e il primo ministro palestinese Mohammad Shtayyeh. L’esponente di punta dell’Akp ha subito sfruttato l’occasione per candidare il suo Paese al ruolo di “guida del mondo islamico”.
Durante la cerimonia in questione, Erdogan ha infatti evidenziato l’impegno profuso finora da Ankara nel preservare e promuovere il credo maomettano, restaurando le antiche moschee nazionali di epoca ottomana e inaugurandone di nuove sia in Turchia sia nel resto del mondo. Il presidente ha poi presentato la sua patria come protettrice di tutti i musulmani minacciati dall’islamofobia, esortando al tempo stesso i seguaci di Maometto residenti in Occidente a trasferirsi nel Paese anatolico, rifugio sicuro contro il “suprematismo bianco” e il “fondamentalismo cristiano”.
L’esponente dell’Akp ha successivamente definito tale cerimonia come un “riscatto” della comunità islamica globale in seguito alla recente strage nelle moschee di Christchurch, affermando che l’odio e le armi non potranno mai piegare l’orgoglio dei sostenitori del Corano.
L’apertura della mega-moschea di Çamlıca è stata però additata dai partiti di opposizione come uno “spreco di denaro pubblico” diretto a soddisfare la “megalomania” di Erdogan. Ad esempio, Kemal Kılıçdaroğlu, capogruppo parlamentare del Partito Popolare Repubblicano (Chp), ha biasimato l’esecutivo per avere realizzato l’imponente luogo sacro stornando risorse dai fondi destinati all’istruzione e alla lotta contro la povertà.
Egli ha poi accusato il Capo dello Stato di nutrire “ambizioni da sultano” e di volere trasformare la Turchia in una “nazione imperialista”, in contrasto con la tradizionale politica estera di Ankara fondata sul rispetto del principio dell’uguaglianza fra gli Stati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.