A Gaza ucciso un giornalista. È la prima vittima italiana

Simone Camilli aveva 35 anni e lavorava per l'Associated Press: stava filmando il tentativo di disinnescare un missile israeliano

A Gaza ucciso un giornalista. È la prima vittima italiana

È il primo giornalista ucciso in questa lunga guerra fra Israele e Hamas ed è un giovane italiano, morto in un'esplosione in un giorno di tregua. Simone Camilli, un giovane di 35 anni, la vivacità e il fisico di ruolo proprio di un cameraman internazionale, era appassionato di Gaza, lavorava per l'Associated Press ma nel 2011 aveva anche girato un film di sua iniziativa, ieri mattina è uscito insieme a un gruppo di artificieri incaricati da Hamas, col suo traduttore Ali Shehda Abu Afash, 36 anni, padre di due bambine, e con altre cinque persone. La missione consisteva nel filmare il disinnesco di un missile israeliano inesploso, nell'ambito di un pezzo sulle conseguenze della guerra.

Le informazioni sulla sua fine sono tutte di fonte palestinese, e spiegano che gli artificieri stavano cercando di disinnescare l'oggetto quando è esploso fra le loro mani. Camilli, padre di una bimba di tre anni, lavorava per l'Associated Press dal 2005 ed era stato reclutato a Roma. La sua storia personale è quella di una passione professionale nata nell'antica cittadina di Pitigliano in provincia di Grosseto in ambito familiare, era figlio del sindaco della città, Pier Luigi Camilli, a sua volta giornalista di lungo corso, direttore delle testate della scuola di giornalismo Suor Orsola Benincasa ed ex vicedirettore del Tg Rai. Nella sua ultima telefonata al padre il giovane reporter aveva minimizzato i rischi che correva: «Non ti preoccupare - aveva detto - stai tranquillo». E ora il padre si dice «orgoglioso di lui».

Simone aveva rinunciato a un incarico in Iraq per seguire il conflitto di Gaza, dove era già stato tante volte affezionandosi molto ai cittadini e facendone la sua storia. Racconta Najib Jobain capo dell'Ap a Gaza, che parla di lui come di un amico e di un fratello con cui aveva condiviso tante giornate di lavoro, che l'Ap gli aveva offerto di scegliere fra Erbil e Gaza, e che era stato contento di sapere che il cameraman aveva scelto Gaza, che conosceva bene. Nel 2006 aveva seguito la guerra fratricida tra palestinesi con cui Hamas aveva ferocemente estromesso Fatah; nel 2008, dopo la presa del potere dell'organizzazione terrorista, aveva seguito la guerra detta «Cast lead»; poi aveva seguito nel 2011 lo scambio con cui il soldato rapito da Hamas Gilad Shalit, appunto sequestrato a Gaza, era stato poi barattato con più di mille prigionieri; nel 2012 aveva seguito la guerra Pilastri di Difesa, sempre a Gaza. Nel 2006 aveva seguito la guerra del Libano, e poi lo scambio dei prigionieri nel 2008, in cui in realtà in cambio di 5 hezbollah furono consegnati i resti dei due soldati Ehud Goldwasser ed Eldad Regev.

Insomma Camilli, che aveva studiato all'Università romana della Sapienza storia e religione dell'Islam, era un appassionato del Medio Oriente, anche se aveva a volte coperto temi diversi come la Georgia nel 2008, il naufragio della Costa Concordia, la morte di Giovanni Paolo II. Se si guarda il film su Gaza che Camilli ha realizzato col giornalista Pietro Bellorini, si nota un'impostazione umanitaria, in cui Hamas non compare, ma si vedono le difficoltà economiche e sociali per le quali si comprende che Camilli aveva una vera passione.

Il tragico episodio della morte di Camilli è arrivato poche ore prima del riesplodere della violenza. Israele aveva dato il via libera all'estensione della tregua di 72 ore che scadeva ieri sera a mezzanotte. Ma due ore prima della scadenza, nel sud di Israele le sirene hanno ripreso a diffondere il loro lugubre allarme. Secondo i testimoni, almeno tre missili sono stati sparati dalla Striscia e uno è stato intercettato dallo scudo missilistico «Iron Dome». Un attacco a freddo che ha scatenato la reazione di Gerusalemme contro Hamas: «I terroristi di Gaza hanno rotto la tregua», ha twittato il portavoce militare israeliano.

Da Gaza altri testimoni parlano di una reazione israeliana con nuovi raid, mentre Hamas ha negato di aver ripreso il lancio di razzi. Una situazione che rimette in bilico gli sforzi del mallevadore egiziano. Anche se in serata entrambe le parti hanno annunciato un'intesa in extremis per rinnovare il cessate il fuoco. Stavolta reggerà?

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