In Iraq non c’è pace per gli adoratori dell’angelo pavone. I fedeli dello Yazidismo, religione millenaria che affonda le sue radici in epoca pre-islamica, adesso, vengono utilizzati anche come kamikaze dalle milizie del Califfo.
Un video diffuso dalle autorità dello Stato islamico della Wilayat, nei pressi di Ninive, mostra degli adolescenti yazidi, dall’apparente età di 12-14 anni, mentre vengono indottrinati al Corano ed addestrati a compiere attacchi sucidi dall’Isis, nel tentativo di rivolgere a suo favore la fase di stallo dell’offensiva curdo-irachena su Mosul.
Molto probabilmente si tratta di ragazzi fatti prigionieri nel Sinjar, distretto del nord dell’Iraq abitato dagli yazidi e passato agli onori della cronaca per gli orrendi massacri di cui è stato teatro: venne occupato ad agosto 2014 dallo Stato islamico e riconquistato dalle forze curde nel novembre 2015. Durante l’occupazione delle bandiere nere, a Sinjar, vennero rapiti circa 600 minori di cui – come hanno affermato le autorità curde – solo una piccola parte è riuscita a fuggire. Agli altri, invece, è stata inculcata l’ideologia jihadista: “ci dicevano che i nostri genitori erano miscredenti e che il nostro primo compito sarebbe stato quello di tornare per ucciderli”, ha rivelato uno di loro alla Cnn lo scorso anno. Già all’epoca, l’emittente americana non aveva taciuto il rischio che i giovani ostaggi avrebbero rimpolpato le fila dell’organizzazione terroristica.
Nel filmato, intitolato “Segui l’esempio della loro Guida”, vengono poi mostrate le immagini di due attacchi kamikaze contro soldati iracheni a Mosul est. E, secondo gli autori del video, quegli attacchi sarebbero stati messi a segno proprio da due dei giovani yazidi sottoposti al lavaggio del cervello nella madrasa dei tagliagole e diventati, a tutti gli effetti, “cuccioli del Califfato”.
Gli attentatori sarebbero due fratelli. Amjad, che dopo la conversione forzata all’islam, è stato ribattezzato con il nome di Yusuf al Sanjary e Asaad, poi chiamato Abu al Khattab. Il fratello minore, Asaad Abu al Khattab, nel video annuncia l’intenzione di farsi saltare in aria: “Siamo del villaggio di Tal Kasba, nel distretto di Sinjar. Con l’aiuto di Dio io e mio fratello compiremo azioni suicide”.
Nonstante il Consiglio d’Europa stia lavorando al riconoscimento internazionale del genocidio degli yazidi e Martin Schulz, in occasione della consegna del premio Sakharov 2016 a Nadia Murad
e Lamiya Aji Basha, abbia parlato di “battaglia comune”, secondo le Nazioni Unite, sarebbero ancora più di 3mila le donne ed i bambini di fede yazida che, nella polveriera del Siraq, subiscono le “atrocità più terribili”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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