Il terzo giorno dell'offensiva israeliana nella Striscia fa registrare oltre 90 palestinesi morti, per un totale complessivo di circa 436 vittime e più di 3000 feriti. L'evento più tragico si segnala a Shajaya, un quartiere popoloso attaccato a Gaza City, dove sotto i bombardamenti sono rimasti uccisi, secondo fonti locali, oltre 60 persone, di cui 17 bambini e 14 donne. Il mondo arabo ha gridato subito al "massacro", parlando di "crimine di guerra" e chiedendo con forza alla comunità internazionale di intervenire subito. Da parte sua Israele, che ha annunciato la morte di 13 soldati nelle operazioni (per un totale di 18 perdite dall'inizio dell'operazione), respinge le accuse al mittente e sottolinea che da quella zona della Striscia sono partiti 140 razzi verso Israele. Inoltre fa sapere di aver più volte avvisato la popolazione civile di allontanarsi dall'area.
La tregua tra Israele e Hamas siglata per consentire di evacuare i morti dopo il pesante bombardamento di Shajaya è durata meno di un’ora. Subito si è ripreso a combattere. L’esercito israeliano ha reso noto che i propri soldati hanno sparato "per rispondere al fuoco di Hamas". L'esercito con la stella di David ha impresso una forte accelerazione alla guerra. La fase terrestre dell’operazione "Margine di Protezione" si allarga. Tra i morti nei raid ci sarebbero anche donne e bambini, un infermiere e un cameraman, deceduti dopo che è stata colpita l’ambulanza su cui viaggiavano.
Le immagini diffuse dalla televisione al-Aqsa di Hamas hanno mostrato vari civili, tra cui donne e bambini, stesi a terra. Intanto migliaia di persone fuggono dalla zona. Secondo i commentatori dell’emittente si tratta di una nuova "Sabra e Shatila", il massacro commesso nel 1982 nei due campi profughi palestinesi in Libano dai falangisti cristiani. Un comunicato diffuso dal ministero della Sanità a Gaza rende noto che tra le vittime ci sono i familiari di un noto dirigente del movimento islamista, morti in una casa obiettivo del bombardamento aereo.
Gli obiettivi centrati dai militari israeliani nell'ultima notte: distrutti 2 tunnel e attaccati 45 obiettivi, tra questi 10 lanciatori di razzi nascosti. Dall’inizio dell’operazione, secondo il portavoce militare i siti "del terrore" colpiti sono stati 2570. Intanto è salito a oltre 62.000 il numero degli sfollati a Gaza (dato Unrwa, l’agenzia per i rifugiati dell’Onu). Per il Pchr (Centro palestinese per i diritti umani) invece, sono 130mila gli sfollati.
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Abu Mazen e Ban Ki-moon in Qatar
Ferventi lavori a livello diplomatico. Oggi il presidente palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen), e il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, si sono incontrati in Qatar per discutere una possibile tregua a Gaza. A presiedere la riunione l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim, canale di collegamento tra Hamas e la comunità internazionale. Sabato il Qatar ha consegnato all’Onu la lista con le condizioni poste dal gruppo islamico palestinese per una tregua. 538em;">In Qatar vivono numerosi islamisti in esilio, tra cui Khaled Meshaal, il leader di Hamas. Gaza è "un ferita aperta che dobbiamo subito far smettere di sanguinare", ha detto Ban Ki-moon appena arrivato a Doha.
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