I foreign fighters dalla parte giusta: così sono morti combattendo l'Isis

Ash Johnston, Ivana Hoffman e Salman Talan hanno lasciato il loro Paese per combattere i tagliagole e sono caduti in battaglia Sostieni il reportage

I foreign fighters dalla parte giusta: così sono morti combattendo l'Isis

Non chiamateli foreign fighters. Sono i "Chappies", i ragazzi, i volontari occidentali andati a combattere al fianco dei curdi siriani dell’Ypg contro l’Isis. Arrivano da tutto il mondo per combattere sul campo i tagliagole. Ma non sempre le loro storie hanno un lieto fine. Nel silenzio generale muoiono in battaglia sparando contro i miliziani del Califfato. È questa la sorte che ad esempio è toccata all’australiano Ash Johnston, 28 anni, morto in uno scontro a fuoco nella zona di Sinjar. Era a bordo di un pick up insieme ad altri ribelli, quando il mezzo si è rotto e il gruppo è stato sopraffatto da una formazione di jihadisti. Dopo aver trascorso sette anni nell’esercito australiano, Johnston si è unito alla guerriglia curda, con lui un buon numero di americani, inglesi, spagnoli, olandesi che sono stati tra i primi ad affiancare gli insorti. Ash ha assunto il nome di battaglia di Heval Bagok Serhed partecipando a numerose azioni dell’Ypg. "Riposa in pace amico Ash", ha scritto Robert Rose, volontario di New York, anche lui oggi nelle file dei curdi. La maggior parte degli occidentali sono arrivati nel Kurdistan siriano grazie al contatto con una militante locale, Kader Kandadir, che svolge il compito di reclutatrice per il movimento.

Ma la lista dei caduti tra i combattenti stranieri anti-Isis è lunga. In questa serie di nomi bisogna registrare anche il nome di Salman Talan, il ragazzo curdo di Novara che un anno fa è andato a combattere in Iraq contro l'isis ed è morto, dopo essere stato colpito da un cecchino sul monte Sinjar. Il 24enne Salam era tutto lavoro, famiglia e amici. Curdo di nazionalitò turca, viveva tra Milano e Trecate, in provincia di Novara. Un anno fa ha deciso di lasciare tutto e andare a combattere. Aveva lasciato una lettera in cui spiegava il suo gesto. Solo poche parole, ma molto significative: "Nessuno mi ha obbligato, vado a combattere contro l'Isis perché la mia famiglia possa scrivere nella sua lingua".

Infine tra i caduti in battaglia contro l'Isis c'è anche una giovane donna tedesca, Ivana Hoffaman. Arruolata nelle milizie curde dell’Ypg è morta combattendo contro l’Isis nel Nord-Est della Siria. Lo riferisce l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus), senza citare il nome della donna, caduta nei pressi della città di Tal Tamer.

Nella stessa regione tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo è morto anche il britannico Konstandinos Erik Scurfield, ex membro dei Royal Marines. Di fatto la tedesca è la prima donna occidentale caduta in battaglia durante gli scontri a fuoco con i miliziani dell'Isis.

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