Iran, storico accordo con la Boeing per nuova flotta aerea civile

Per la prima volta dalla Rivoluzione islamica del 1979, un nuovo velivolo americano volerà sopra l'Iran

Iran, storico accordo con la Boeing per nuova flotta aerea civile

"Abbiamo raggiunto un accordo con la Boeing per l'acquisto di nuovi aerei per rinnovare la nostra flotta civile”. Con queste parole il Ministro delle Strade e dello Sviluppo Urbano della Repubblica Islamica dell’Iran, Abbas Akhoundi, ha annunciato la finalizzazione dell’accordo con il gigante dell’aeronautica americano. I dettagli – ha aggiunto Akhoundi – saranno resi noti nelle prossime ore. Si tratta, comunque, di un affare del valore di svariati miliardi di dollari. Iran Air ha già siglato un contratto miliardario con la società europea Airbus, per l’acquisizione di 118 piattaforme con consegne già iniziate. In totale, la compagnia aerea di bandiera della Repubblica Islamica dell’Iran ha acquistato dal costruttore europeo 45 aerei A320, 27 A330, 18 A330-900, 16 A350-1000 e 12 A 380. Il valore della fornitura ammonta a 27 miliardi di dollari, che rappresenta soltanto un terzo del budget stanziato per rinnovare l’acquisto di 400 nuovi aerei di linea. L'attuale flotta di linea dell’Iran è composta da 250 aerei, 90 dei quali a terra per carenza di parti di ricambio.

L’accordo con la Boeing è ritenuto storico: per la prima volta dalla Rivoluzione islamica del 1979 un nuovo velivolo americano volerà sopra l'Iran. E’ anche il più grande accordo commerciale tra una società statunitense e Teheran dalla revoca delle sanzioni come parte dell'accordo sul programma nucleare iraniano. La finalizzazione dell’accordo è subordinato all'approvazione del governo degli Stati Uniti. Ad oggi (e considerando il volume di affari) sembra una pura formalità.

"Fate affari con l'Iran"

Da rilevare che la Casa Bianca continua la sua opera di convincimento con le banche europee e le società internazionali affinché riprendano rapporti commerciali con la Repubblica islamica. In una dichiarazione congiunta a firma del Segretario di Stato americano John Kerry e dei ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Francia e Germania dello scorso maggio, si legge che “l’Iran merita la riconferma delle banche e delle imprese europee” .

“Non ostacoleremo le attività consentite né le imprese internazionali o istituzioni finanziarie che intendono impegnarsi con l’Iran, a patto che rispettino tutte le leggi vigenti”.

Banche (europee ed asiatiche) e società, sono ancora restie nel fare affari con l’Iran a causa delle sanzioni degli Stati Uniti ancora in vigore. L’Iran è ancora designato come uno stato sponsor del terrorismo. Sanzioni ancora in atto per la sperimentazione del programma missilistico ed il diniego dei diritti umani.

Gli istituti di credito, ad esempio, temono anche le decisioni del prossimo presidente degli Stati Uniti, che potrebbe rivedere nuovamente il rapporto con l’Iran. Gli Usa hanno già ribadito che non daranno mai garanzie scritte (pena anche il deterioramento del rapporto con Israele).

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