Il razzo d’artiglieria che ha colpito una base militare irachena utilizzata da centinaia di soldati statunitensi conteneva una testata chimica, quasi certamente iprite. E’ questa la conferma del generale Joseph Dunford, presidente del Joint Chiefs of Staff, in audizione poche ore fa dinanzi la Commissione Forze Armate del Senato. Il razzo è esploso alle dodici di martedì scorso, presso la base occidentale di Qayyarah. La lettura iniziale delle analisi dei frammenti della testata esplosa, effettuata da una squadra di decontaminazione statunitense, ha confermato l’impiego dell’iprite. Per precauzione – ha aggiunto Dunford – l’area è stata decontaminata, nessun soldato è rimasto ferito.
La base di Qayyarah diverrà l’hub per l’offensiva su Mosul, roccaforte del gruppo terroristico in Iraq. La base è regolarmente colpita dall’artiglieria dell’Isis. Lo Stato islamico, nella battaglia finale su Mosul, potrebbe utilizzare il proprio inventario chimico contro le forze irachene, curde e statunitensi. Il califfato è ritenuto in possesso di enormi quantità di gas mostarda e cloro e di un altro agente chimico non identificato. Potrebbe essere il sarin, arma di distruzione di massa. Un agente nervino incolore e inodore. Il gas mostarda, invece, è un’arma chimica ampiamente utilizzata dai tedeschi nella prima guerra mondiale. Solo voci, infine, sulle Yellowcake, prodotto finale dei processi di concentrazione e purificazione dei minerali estratti che contengono l'uranio: altamente tossici se ingeriti o inalati. Sostanze chimiche e materiale radioattivo rinvenuto negli arsenali di Saddam Hussein.
Sappiamo che lo Stato Islamico ha già utilizzato bombole di propano riempite con bulloni e chiodi, opportunamente modificate con un rudimentale sistema di stabilizzazione (coda e ali saldate), per creare razzi improvvisati che esplodono all'impatto: è una granata chimica a frammentazione. Mosul, infine, sarebbe difesa da centinaia di IED al cloro. Le forze statunitensi sono consapevoli della minaccia: negli ultimi dodici mesi sono state rase al suolo 30 strutture nemiche, le famose fabbriche farmaceutiche. Tutte le truppe che partecipano alla battaglia di Mosul – ha aggiunto il senatore John McCain, presidente del Commissione Forze Armate - non hanno un adeguato equipaggiamento chimico.
Le truppe statunitensi sono dotate di dispositivi di protezione, maschera e tuta, diversamente da quelle irachene e curde. Il Pentagono, intanto, ha richiesto altri 500 soldati a supporto dell’offensiva su Mosul fissata entro il prossimo ottobre (si parla del 15 come inizio delle manovre). Se venisse approvata, le truppe americane in Iraq raggiungerebbero le 4900 unità. Cifra non del tutto corretta. Il Pentagono mantiene altri 1500 soldati che non riconosce nel computo finale, a protezione dell'Ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad o in assegnazione temporanea. La presenza complessiva degli Stati Uniti ammonterebbe quindi a 6400 unità. L’ultimo contingente americano formato da 400 soldati, ha raggiunto l’Iraq all’inizio del mese: fanno parte della 101a Airborne Division, 2a Brigata Combat Team di Fort Campbell, Kentucky. Le forze irachene e le milizie sciite tengono sotto assedio Shirqat, 60 miglia a sud di Mosul: dovrebbe capitolare entro i prossimi giorni sebbene si segnalano ancora scontri. Altri combattimenti nei pressi di Hawija, ad est di Shirqat, e Tel Afar, ad ovest di Mosul.
Appena ad est di Erbil, presso il campo di addestramento Bnaslawa, le truppe italiane e tedesche continuano a formare combattenti Peshmerga. Mosul, città di 2,5 milioni di persone, è sotto il controllo dello Stato islamico dal giugno del 2014. L’assalto su Mosul avverrà da due posizioni: le truppe irachene attaccheranno da sud, le truppe curde da nord.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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