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Elezioni in Israele, aperte le urne. Netanyahu: "No al governo di unità"

Il risultato del voto in bilico tra Likud e Unione Sionista. Netanyahu non vuole trattare con i laburisti, che replicano: "È nel panico"

Un cartellone pubblicitario con i volti di Isaac Herzog e Benjamin Netanyahu
Un cartellone pubblicitario con i volti di Isaac Herzog e Benjamin Netanyahu

Le urne in Israele si sono aperte alle sette di questa mattina, segnando l'inizio del processo elettorale che porterà alla composizione di una nuova Knesset e alla scelta di un leader che possa guidare il prossimo governo.

Alle dodici del mattino già il 26,5% degli aventi diritto ha espresso la sua preferenza. I seggi rimarranno aperti fino alle 22 (le 21 in Italia) e tanti nomi di spicco della politica si sono già presentati alle urne.

A Gerusalemme si sono visti l'attuale premier Benjamin Netanyahu e il presidente della Repubblica, Reuven Rivlin. Hanno votato invece a Tel Aviv Tzipi Livni, leader di Hatnuah, e Isaac Herzog, laburista. I due si sono presentati sotto l'egida di Unione Sionista.

A contendersi il primo piazzamento per numero di seggi ci sono proprio questa formazione e il Likud di Netanyahu. Più indietro la lista dei partiti arabi, che per la prima volta si è presentata unita, poi lo Yesh Atid di Yair Lapid, ex ministro delle Finanze rivelazione delle ultime elezioni. E gli uomini di Moshe Kahlon, un tempo con il partito di Bibi, ora alla guida di Kulanu.

Non sarà comunque il numero di seggi da solo a determinare il vincitore di queste elezioni, ma piuttosto la capacità di mettere insieme una coalizione in grado di governare. Ragion per cui il nome del vincitore potrebbe arrivare in fretta, ma poi a tenere banco saranno gli incontri per trovare la quadra.

Netanyahu ha ribadito questa mattina che non ha intenzione di dare l'assenso a un governo di unità nazionale. Esclusa un'alleanza con i laburisti, a cui preferisce "un governo nazionalista di centrodestra", che potrebbe dunque contare ancora sugli uomini di Naftali Bennett, già ministro dell'Economia e leader di Casa ebraica.

Ieri, in chiusura di campagna elettorale, Bibi ha strizzato un occhio proprio alla destra, dicendo che se vincerà non si parlerà della creazione di uno stato palestinese. Dall'altra parte della barricata, Tzipi Livni ha rinunciato alla turnazione con Herzog (due anni di premierato a testa) se Unione sionista dovesse risultare vincitrice.

"Io e Herzog siamo alleati e il nostro obiettivo è sostituire Netanyahu, non la poltrona", ha aggiunto questa mattina la Livni, che ha parlato di una sfida che contrappone "sionismo ed estremismo". Per "Buji" Herzog, l'attuale premier "è nel panico, sta perdendo il controllo". E al Paese serve "una nuova leadership".

A urne aperte, il premier ha criticato le "ong di sinistra", accusandole di raccogliere i cittadini arabo-israeliani da portare ai seggi. Rappresentano circa il 15% dell'elettorato, ma tradizionalmente la loro affluenza è inferiore a quella del resto del Paese.

Dov Khenin, candidato della Lista araba unita, ha parlato di un "commento razzista", sostenendo che Netanyahu "ha perso la via ed è pronto a rompere i principi democratici".

Un rappresentante dell'Unione Sionista ha aggiunto che "nessun altro leader occidentale" avrebbe potuto dire lo stesso.

Il garante delle elezioni ha fermato nel pomeriggio un tentativo di Netanyahu di convocare una conferenza stampa.

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