Israele-­Palestina: un'isola galleggiante al largo della Striscia di Gaza

Iniziativa umanitaria o diplomatica? La reazione alle affermazioni di John Kerry

Israele-­Palestina: un'isola galleggiante al largo della Striscia di Gaza
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Il ministro dei trasporti del Paese ebraico, Yisrael Katz, ha affermato che la soluzione al problema con la creazione di due entità statali è una intimidazione per convincere Israele a cedere dei territori. Il ministro ha reagito ad una frase provocatoria del segretario di stato Usa John Kerry, pronunciata il 5 dicembre durante il tradizionale Saban Forum a Washington, il quale ha dichiarato che Israele senza un accordo con i palestinesi non potrà mai definirsi un Paese ebreo e democratico.

Nel tentativo di fermare l’ondata di terrore che si è scatenata da circa due mesi. Il ministro ha proposto che sia imposto il totale blocco dei territori palestinesi e ha pertanto rinnovato la proposta di costruire un’isola artificiale al largo di Gaza.

Ad oggi Israele non ha alcuna giurisdizione sulla striscia di Gaza, ma ne ha la totale responsabilità poiché non garantisce agli abitanti alcun accesso al mondo esterno per ragioni di sicurezza nazionale. Simultaneamente anche l'Egitto ha chiuso il confine, pertanto gli aiuti umanitari, le attività diplomatiche ed economiche fanno capo allo stato ebraico.

Il ministro che, ricordiamo, ricopre anche i dicasteri dell' energia atomica e dell' "intelligence", sta da tempo valutando un progetto per la costruzione di un'isola artificiale che dovrebbe essere creata a quattro chilometri e mezzo dalla costa di Gaza e collegata alla terraferma per mezzo di un ponte. L'isola sarà lunga quattro chilometri e larga due. Un territorio di otto chilometri quadri che è molto più ampio, citiamo il ministro, della città israeliana di Bene Barak. L’isola ospiterà un porto e un aeroporto, entrambi sotto controllo internazionale.

La sicurezza esterna

Il controllo generale sulla sicurezza sarà a carico di Israele, così come l'ispezione a bordo dei natanti che attraccheranno e su qualunque accesso all'isola. A metà del ponte verrà creato un posto di controllo gestito unicamente dai militari israeliani. Secondo Katz gli scopi di dare ai palestinesi una finestra sul mondo e di garantire le necessità di sicurezza di Israele saranno così raggiunti. L’obiettivo è di trovare investitori da tutto il mondo, inclusi i Paesi musulmani e la Cina. Il progetto prevede alberghi e un casinò, ma non abitazioni.

La sicurezza interna in Israele

Secondo il ministro, che è anche membro del gabinetto governativo sulla sicurezza, se lo Stato di Israele decidesse di promuovere l'idea della costruzione dell'isola, il livello di sicurezza del Paese sarebbe sicuramente migliorato; risulterà praticamente impossibile costruire un tunnel sotto la superficie marina.

Il ministro Katz ritiene l’idea assolutamente originale, dello

stesso valore di un'importante iniziativa diplomatica. I dettagli non sono stati rivelati dal funzionario israeliano per ragioni di sicurezza ma egli ha anche affermato che il livello di approntamento è già piuttosto avanzato.

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