C'è un dato, dal giorno degli attentati a Parigi, che a Tel Aviv non sta passando inosservato. La strage nella redazione di Charlie Hebdo e l'attacco contro un negozio kosher hanno fatto crescere sensibilmente il numero di ebrei francesi che scelgono di lasciare la loro patria per cercare rifugio in Israele.
La percentuale della crescita non è da nulla. Si parla di un 25% in più, che significa che se un anno fa l'emigrazione si poteva quantificare in circa quattromila persone, oggi mille in più scelgono di andarsene, con un picco all'indomani degli attentati di inizio anno, che hanno coinvolto anche le comunità ebraiche.
Se n'era già parlato proprio dopo i fatti di Charlie Hebdo e ora sono le cifre a confermare la tendenza. Gli ebrei se ne vanno dalla Francia e ad agosto saranno 5.1000 le persone che hanno preso la via di Israele, 9.000 a fine anno se la curva dovesse mantenersi come è in questo momento.
Era stato lo stesso premier, Benjamin Netanyahu, all'indomani dei fatti di Charlie Hebdo e di quelli di Copenhagen, a invitare gli ebrei francesi a a venire in Israele, definendola "casa loro".
Parole che non erano piaciute a Parigi ad Hollande, che aveva detto con forza che l'Europa è casa anche per le comunità ebraiche.Comunque vadano le cose da oggi in poi, il ministro per l'Assorbimento Zeev Elkin ha detto che Israele non si farà cogliere impreparata. "Ci stiamo preparando ad una grande ondata di immigrati".
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