Continua a stupire Boko Haram. Dopo un estate di colpi di scena, di spaccature interne, di cambi al vertice, di vecchi leader dichiarati morti e di nuove fazioni alleate all'Isis e con le quali il governo è pronto a dialogare per il rilascio delle ragazze di Chibok, ecco che una notizia altrettanto amara e sorprendente è stata annunciata giovedì durante una conferenza stampa ad Abuja.
Il generale maggiore Lucky Irabor ha fatto sapere che l'altissimo livello di corruzione presente all'interno dell'esercito nigeriano sta destabilizzando gli sforzi che la nazione compie contro la setta islamista, poiché è stato appurato che alcuni soldati delle forze regolari vendono armi e munizioni a Boko Haram.
Tre settimane fa è stato infatti aperto un processo contro sedici militari nigeriani accusati di aver venduto armi alla formazione jihadista e intanto aumentano le denunce da parte di uomini dell' esercito.
Un soldato impegnato sulla linea del fronte, e la cui identità per motivi di sicurezza è stata tenuta segreta, ha raccontato all'agenzia di stampa Associated Press che 21 cannoni anti aerei assegnati alla sua brigata sono scomparsi e che, a lui e agli altri militari in prima linea, è stata data in dotazione soltanto una pistola.
Ma le indagini interessano anche alte cariche militari. Nel mirino della magistratura nigeriana c'è infatti il generale Alex Badeh, sospettato di aver rubato nel 2013 24milioni di dollari, destinati agli stipendi delle truppe, e con questi soldi è accusato di aver aperto un centro commerciale ad Abuja.
E la società civile ha chiesto che venga avviata un'inchiesta anche sul generale maggiore Tukur Buratai che ha comprato due immobili a Dubai del valore di 1,5milioni di dollari l'uno, e che lui sostiene di aver acquistato a rate, grazie ai risparmi accumulati durante la sua carriera.
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