"Il nostro è un sentimento profondo di tristezza per quello che è successo a Bruxelles. Siamo rattristati nel profondo e condanniamo fermamente quello che è successo. Facciamo le nostre condoglianze alle famiglie delle vittime e soprattutto le persone che si trovavano sui luoghi degli attentati, gli uomini della sicurezza che hanno aiutato a salvare delle vite. Quello che è successo è condannato fermamente dall'Islam". Sono le parole dell'imam del centro islamico di Bruxelles alla Grand Mosqueè, Mouhameth Galaye Ndiaye, in un'intervista esclusiva a LaPresse, in cui condanna fermamente gli attentati di ieri avvenuti nell'aeroporto belga e nella metropolitana.
Il centro che per la preghiera raccoglie più di duemila persone, si trova a poche centinaia di metri dagli uffici della commissione Ue. Oggi esporrà le bandiere di Belgio e UE come segno di solidarietà con quanto avvenuto ieri. Non solo, i musulmani che frequentano la moschea più grande di Bruxelles sono stati chiamati a donare il sangue per aiutare i feriti degli attacchi di ieri, proprio come accadde a novembre a Parigi. Sul perché sia stato scelto il Belgio, Galaye non ha dubbi: "Il Belgio è la capitale d'Europa e le principali istituzioni europee sono qua".
Alla domanda se l'estremismo sia più forte qui o in altre parti d'Europa, l'imam risponde: "Il terrorismo non ha una patria o una religione. Non si può dire che il Belgio sia la patria del terrorismo.
Quella dei terroristi non è una popolazione, ma si tratta di individui. Penso che il Belgio abbia fatto il massimo, il terrorismo non si può prevenire perché un atto di terrore si può fare con un coltello, una semplice bomba in tasca".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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