“Voglio finire la mia vita come l’ho iniziata: scalzo!” così se n’è andato ad Atene l’armatore greco Iakovos Tsounis, 97 anni e un notevole patrimonio donato interamente alle Forze armate greche. Si stima che negli ultimi venti anni avesse già donato 23 milioni di euro all’esercito. Agli inizi di febbraio annunciò di aver lasciato tutti i suoi beni mobili e immobili, incluso l’acquisto di 60 mezzi navali da sbarco per operazioni anfibie, alle Forze armate. Saranno utilizzati anche per ristrutturare le cliniche di diversi ospedali militari greci - come quello in cui si è spento il 10 aprile -, per l’acquisto di sofisticate telecamere con visione notturna destinate alle forze speciali, per la fornitura di mezzi destinati all’esercito di stanza sull’Ebro, ai confini con la Turchia. Lascia inoltre l’impegno di edificare chiese e musei, come già aveva fatto in vita.
Ma chi era Iakovos Tsounis? Discendente da famiglie di rivoluzionari che nel 1821 liberarono il Peloponneso dal dominio Ottomano, Tsounis a soli 16 anni, nel 1940, si arruolò falsificando i documenti, per combattere contro l’invasione italiana sul fronte albanese. In soli cinque mesi, racconterà, passò da 70 a 30 chili, con la conseguenza di essere spostato dalla prima linea. Combatterà ancora durante la guerra civile contro i partigiani comunisti nella decisiva battaglia di Konitsa a cavallo fa il ’47 e il ’48. Poi la vita professionale. Cominciata come broker doganale al Pireo per poi diventare armatore di una flotta mercantile di 13 navi. Ne nascerà una grande ricchezza, sempre discretamente elargita verso le Forze armate nel corso di un’intera vita. Per molti degli stessi greci Tsounis è una figura pressoché sconosciuta. Basta cercare il suo nome su Google per vedere apparire suggerimenti come “Tsounis famiglia” o “Tsounis figli”, quasi che ci sia qualcosa di anomalo in un uomo ricco che dona il suo patrimonio allo Stato e non ai suoi eredi. Pure, Tsounis intendeva la ricchezza in un modo totalmente differente da quello in voga, molto più legato alla tradizione ellenica, al dialogo fra Solone e Creso narrato da Erodoto. Creso, il re della Lidia, dopo aver mostrato a Solone le sue ricchezze, gli chiese chi fosse l’uomo più felice. E Solone rispose: “l’ateniese Tello!”, uno sconosciuto morto per la patria, onorato dai suoi concittadini e dai suoi figli, perché la felicità per Solone coincide non con la ricchezza ma con una fine felice. Così si racconta il seguente aneddoto di Tsounis che un giorno disse ad un collega armatore più ricco: “Io ho milioni di euro, tu miliardi. Eppure sono più ricco di te! Anche se una gran parte del mio patrimonio, di quei milioni, la dispongo in donazioni per le necessità dello Stato, il resto mi basta e avanza. Mentre tu che hai miliardi di euro… a te non bastano! Chi è dunque il più ricco fra noi due?”.
Figura d’altri tempi, dedita al lavoro e alla crescita aziendale non per il mero profitto, Tsounis frequentava le ovattate stanze che un tempo vedevano riunito il potere economico e politico della Grecia, quel Club di Atene (Léschi Athinòn), all’ultimo piano di un palazzo in via Venizelos, che oggi ospita memorie di un glorioso tessuto industriale e produttivo. Così quella stessa industria navale che risollevò la Grecia nel dopoguerra sembra impossibile identificarla oggi in personaggi come Tsounis. Negli ultimi anni è alle prese con il controllo dei media, delle squadre di calcio, con complesse architetture societarie volte a scampare il pesante fisco greco. Altra generazione, altro stile. Il che rende ancora più luminosa la figura di questo solido novantasettenne morto “scalzo” e “affamato” come quando è nato. “L’uomo più grande per me è il patriota” così diceva in una recente intervista, e proseguiva: “Non colui che ha soldi, non colui che ha titoli onorifici, che ha quel che ha… La Patria: senza la Patria non esistono né la ricchezza, né la gloria, né le gioie”.
Tsounis aveva ricevuto nel 2020 la nomina onorifica a Maggior Generale dell’Esercito, e solo il 26 febbraio scorso il presidente della Repubblica, Katerina Sakellaropoulou, gli aveva conferito in una commossa cerimonia, la Gran Croce dell’Ordine d’Onore, la più alta onorificenza dello Stato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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