Le milizie nelle trincee ucraine: "Così colpiamo i russi"

Nelle trincee per fermare l'avanzata dei russi. Il racconto di alcuni soldati ucraini

Le milizie nelle trincee ucraine: "Così colpiamo i russi"

Si combatte nel Donetsk, per la precisione nei pressi della città contesa di Velyka Novasilka, dove in queste ore le truppe ucraine e russe si stanno affrontando. Nelle campagne sono state scavate delle trincee, dove la prima linea ucraina attende l'arrivo dell'esercito di Mosca, mentre intorno alberga ormai la devastazione provocata dai precedenti scontri.

"I droni sono la nostra maledizione. Se li vedi arrivare meglio cercare subito un ricovero, perché significa che a breve seguirà il colpo d'artiglieria", spiega Faust, capitano di una unità ucraina al Corriere. "Sono proiettili poco accurati quelli russi, ma ne sparano tanti assieme e le schegge uccidono per almeno un raggio di 50 metri dal punto dell'impatto", continua, mentre proprio in quel momento un drone Orlan russo viene abbattuto.

Subito dopo aver inviato alcuni razzi contro l'esercito nemico, gli ucraini si accovacciano nelle trincee, coprendosi le orecchie con le mani, e restano in attesa. Questo il racconto fatto dal Corriere di quella che viene definita come una delle zone più calde di queste ultime ore. Verso destra, a circa 150 chilometri più a sud, c'è la città di Huljajpole, dove si starebbero dirigendo molti degli sfollati che vogliono raggiungere i campi di raccolta vicino a Zaporizhzhia.

"Questo è un punto strategico fondamentale. Da qui il piano originale russo intendeva lanciare le colonne corazzate verso Nord, che avrebbero dovuto congiungersi con quelle in discesa verso sud, passando da Izium e Kramatorsk, per poi chiudere le unità migliori del nostro esercito schierate sul Donbass", spiega ai cronisti il capitano Andrej Bystrik. "Volevano imprigionarci in una gigantesca sacca per poi distruggerci con calma. Ma non ci sono riusciti, le loro avanzate sono fallite e ora noi stiamo contrattaccando".

Le forze ucraine, dunque, sarebbero passate al contrattacco, mentre i russi si starebbero ritirando, facendo saltare i ponti alle loro spalle. "Una delle conseguenze positive è che stiamo facendo indietreggiare le loro artiglierie e così presto non saranno più in grado di cannoneggiare Kharkiv", aggiunge il capitano.

Bystrik conferma l'invio di armi da Stati Uniti, Inghilterra e altri paesi occidentali. Parla di cannoni, droni, mortai ed un ingente numero di munizioni. Molti dei rifornimenti sono stati inviati nel Nord, dove ce ne sarebbe più bisogno. A Sud, infatti, il conflitto starebbe procedendo più lentamente, anche perché molti soldati devono imparare ad usare certe artiglierie. "Verso fine maggio la nostra offensiva girerà a pieno ritmo", assicura il capitano. Intanto lo scontro prosegue, e secondo Andrej Bystrik sono stati riconquistati i villaggi di Poltavka, Malinivka, Cervon, Zelenigay e Zatisha.

Non manca il rimprovero all'Italia, rea, secondo il capitano, di avere inviato al suo settore "soltanto alcune centinaia di elmetti e giubbotti antiproiettili usati e di taglia enorme. Beh almeno fossero stati nuovi!". Sarebbero però state inviate anche delle maschere antigas, e tute speciali per difendersi da attacchi chimici.

C'è la voglia, nelle truppe ucraine, di raggiungere Mariupol per riconquistarla. "Noi dovremo essere pronti con le riserve per sfondare senza mandare al massacro i nostri soldati.

Sarà fondamentale avere un'ottima copertura aerea, che in questo settore ancora manca", spiega Bystrik. I soldati sono nervosi, temono la data del 9 maggio e la possibilità che possano a breve riprendere i bombardamenti russi.

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