"Non mi pento. Mobilitazione finita tra due settimane": l'affondo di Putin sulla guerra

Il presidente russo è intervenuto da Astana e ha fatto il punto sul conflitto. Chiusa per ora l'ipotesi di un vertice con Biden: "Non ne vedo il bisogno"

"Non mi pento. Mobilitazione finita tra due settimane": l'affondo di Putin sulla guerra

La mobilitazione ha permesso per adesso alla Russia di avere 222mila soldati a disposizione, almeno 16mila sono già sul campo. A dirlo è stato, nel corso di una conferenza stampa tenuta ad Astana, il presidente russoVladimir Putin.

Il leader del Cremlino punta ad arrivare alla quota prefissata di 300mila riservisti a disposizione.“Pertanto – ha aggiunto davanti i cronisti – ci saranno almeno altre due settimane di mobilitazione, poi finirà”. È questo uno dei punti più salienti toccati nella capitale kazaka. Putin ha infatti parlato della guerra in corso in Ucraina e della possibile mediazione con Kiev.

“Non vedo il bisogno di un incontro con Biden”

Una mediazione però di cui al momento non si conoscono tempi e modi. Nei giorni scorsi il presidente Usa Joe Biden non aveva ad esempio escluso un incontro bilaterale con Putin a Bali, durante il prossimo G20 di novembre.

Possibilità però al momento tagliata fuori dallo stesso presidente russo. "Non vedo il bisogno di un incontro adesso con Biden – ha dichiarato Putin – Non è il momento di parlare di negoziati diretti con Biden, dobbiamo ancora vedere come la Russia parteciperà al G20”. In tal modo ha fatto anche intuire che ancora dal Cremlino non è stata presa una decisione riguardo la sua presenza in Indonesia. Se cioè Putin sarà presente con la sua delegazione oppure se, al contrario, i massimi rappresentanti di Mosca saranno collegati da remoto.

Le nuove accuse di Putin a Kiev

Sempre riguardo la possibilità di una mediazione e quindi di colloqui diretti con l'Ucraina, Putin si è detto disponibile e ha anzi accusato gli ucraini di aver abbandonato il tavolo dei negoziati.“La Federazione russa – ha detto durante la conferenza stampa – si è sempre dimostrata aperta ai negoziati se Kiev è matura per affrontarli. Una volta che abbiamo ritirato le nostre truppe dalla regione di Kiev, gli ucraini si sono ritirati dal tavolo dei negoziati”.

“India e Cina parlano sempre della necessità di stabilire un dialogo – ha poi aggiunto Putin – di risolvere tutto pacificamente. Conosciamo la loro posizione, sono nostri stretti alleati, partner, rispettiamo la loro posizione, ma conosciamo anche la posizione di Kiev. Prima gli ucraini continuavano a dire di volere negoziati, ma ora hanno preso una decisione ufficiale che vieta di tenere dei colloqui. Di cosa possiamo parlare quindi?”

Un tentativo di mediazione in questo momento, oltre che dalla Turchia di Erdogan, viene tentata negli ultimi giorni anche dagli Emirati Arabi Uniti. “Gli siamo grati per questo – si legge tra le dichiarazioni rese dal leader del Cremlino – si sono offerti di svolgere una delicata opera di mediazione tra noi e Kiev”.

“Scontro diretto? Sarebbe una catastrofe”

Intervenendo da Astana, Putin ha poi toccato il punto relativo a un possibile scontro diretto tra le forze russe e quelle della Nato e quindi a una possibile escalation dell'attuale conflitto. “Sarebbe un passo molto pericoloso, porterebbe a una catastrofe globale, spero che siano abbastanza intelligenti da non farlo”, ha detto il presidente russo. Frasi in cui si intuisce come Putin scarichi sull'occidente eventuali scontri tra l'Alleanza Atlantica e Mosca.

“Non servono più attacchi massicci”

Riguardo le operazioni militari in corso in Ucraina, dalla capitale kazaka il presidente russo ha fatto sapere di non essere in programma altri attacchi come quelli di lunedì, quando le forze di Mosca hanno bombardato Kiev e diverse città ucraine. “Non sono necessari altri attacchi – ha dichiarato Putin – non servono altri attacchi massicci contro l'Ucraina”. A una domanda sul diritto all'esistenza da parte di Kiev, il presidente russo ha risposto di “non avere alcuna intenzione di distruggerla”.

"Non mi pento di quanto fatto"

Alcuni giornalisti presenti in Kazakistan hanno poi chiesto a Putin se, vista la situazione sul campo e le difficoltà affrontate, c'è spazio per un ripensamento su quanto fatto e in particolare sull'ordine di attaccare in Ucraina. "Quello che sta accadendo oggi non è piacevole - ha risposto il presidente russo - Ma comunque se la Russia non avesse attaccato a febbraio saremmo stati nella stessa situazione, solo in condizioni peggiori per noi. Quindi stiamo facendo tutto bene. Non c'è nulla di cui io possa pentirmi" .

"Improbabile che il Nord Stream 2 entri in funzione e la Germania sbaglia a mettere gli interessi Nato prima dei propri"

Una parte delle dichiarazioni alla stampa il capo del Cremlino le ha poi dedicate al discorso relativo al Nord Stream 1 e al Nord Stream 2, i due gasdotti che trasportavano il gas russo in Germania sabotati e distrutti il 26 settembre scorso. Il Nord Stream 2 non è mai entrato in funzione in quanto completato poco prima dell'inizio della guerra. "Ma è improbabile - ha dichiarato Putin - che entrerà in funzione. Sebbene una linea sia apparentemente funzionante, la decisione non viene presa ed è improbabile che venga presa. Ma questo non è più affare nostro, questo è affare dei nostri partner. Anche se non funzionavano, avevano ancora un elemento di affidabilità e potevano essere utilizzati in casi estremi. Ora questa possibilità non c'è".

Putin ha poi ricollegato il discorso ai rapporti con la Germania. "Gli interessi della Germania - ha infatti aggiunto -sono considerati da pochi, altrimenti i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 non sarebbero stati fatti saltare.

Berlino sta commettendo un errore. La decisione della Germania di mettere gli interessi degli alleati della Nato e il rispetto di accordi internazionali prima dei propri interessi nazionali e prima del suo popolo è un errore".

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