Ci ha impiegato 5 giorni la Russia a far partire una controffensiva degna di tal nome nella regione di Kursk. Il Cremlino si è trovato costretto ad ammettere che i suoi uomini non erano preparati ad affrontare 3mila soldati e attrezzature pesanti. I canali d'informazione anti-Putin hanno inoltre fatto sapere che per tutta l'estate il ministero della Difesa si era occupato di reclutamenti a contratto per integrare le esigue truppe presenti. Tuttavia, sembra che le brigate e le divisioni che avrebbero dovuto costituire il nucleo di questa task force non siano mai state effettivamente formate.
Ed è per tutte queste ragioni che le truppe di Kiev sono andate ben oltre il fattore sorpresa, penetrando per almeno 30 km nel territorio della Federazione, mettendo le mani sul gasdotto di Sudzha e avvicinandosi pericolosamente alla centrale nucleare di Kurcatov. Il Ministero delle Emergenze russo ha dichiarato che oltre 76mila persone sono state evacuate dalle zone di confine. Un'altra brigata, la 127ª, avrebbe a sua volta sfondato il confine a Kozinka, avanzando per 2 km fino al villaggio di Poroz, nel distretto di Grayvoronsky, nella regione di Belgorod. Parlare dell'apertura di un nuovo fronte è tuttavia prematuro.
La risposta di Mosca nel Kursk si è concretizzata la notte scorsa, quando un caccia bombardiere supersonico multifunzionale Su-34 ha effettuato un attacco contro un gruppo di uomini ed equipaggiamenti ucraini, sganciando una bomba esplosiva aria-combustibile Odab-500 da 500 kg. In un secondo raid le truppe di Kiev sono state colpite nella periferia meridionale di Sudzha da un missile a testata termobarica. Le armi di questo tipo sono composte quasi interamente da combustibile esplosivo che risucchia l'ossigeno, provocando potentissime esplosioni. Missili Iskander hanno danneggiato il posto di comando del 99° battaglione meccanizzato. Nel pomeriggio sono arrivati nuovi carri armati che hanno assunto posizioni di tiro in aree a rischio per distruggere i gruppi corazzati mobili dell'esercito ucraino. Il regime di operazioni antiterrorismo è stato introdotto nelle regioni di Belgorod, Kursk e Bryansk.
Lo sviluppo dei nuovi eventi dipenderà ora dalle riserve che entrambi i comandi coinvolgeranno nell'operazione. Per avanzare e addirittura consolidare le posizioni, Kiev avrà bisogno di forze aggiuntive. Mosca invece dovrà creare da zero un nuovo gruppo da integrare con gli ex Wagner di rientro dal Mali. Gerasimov ha escluso per il momento di trasferire forze da altri settori del fronte, ad esempio dalla riva sinistra del Dnepr o dalla regione di Zaporizhzhia. Kiev inoltre deve difendere la regione di Sumy, da dove ieri carri armati sono stati posizionati vicino al confine con la Russia. Nel frattempo Lukashenko ha dato istruzioni di rafforzare le truppe a Gomel e Mozyr, al confine con l'Ucraina, dopo che Minsk ha denunciato di aver abbattuto droni di Kiev nei suoi cieli. L'episodio potrebbe portare Lukashenko a chiudere l'ambasciata ucraina a Minsk.
Sul fronte interno, i russi hanno ottenuto vittorie nel Donetsk, avanzando nelle località di Pishchany, Stelmakhivka, Ivanovka e Krasnohorivka. Nel Kharkiv hanno invece bombardato le aree del Kupyansk. Attacchi anche vicino alle città di Chasiv Yar, Toretsk e Pokrovsk.
Le forze navali di Kiev, insieme a uomini dell'intelligence, hanno attaccato una torre del gas nel Mar Nero,
dove il giorno prima la Russia aveva portato truppe e attrezzature. La piattaforma del gas è ancora in fiamme, con 40 uomini intrappolati. Sempre nel Mar Nero, si combatte a Capo Kinburn, lembo di terra occupato dai russi.
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