Un modello di multilateralismo win win: il prossimo G20 a presidenza italiana

La Cina giocherà un ruolo chiave. In qualità di co-presidente insieme agli Stati Uniti, guiderà gli sforzi del G20 contro il cambiamento climatico e per allineare i flussi finanziari con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e l’Accordo di Parigi sul clima

Un modello di multilateralismo win win: il prossimo G20 a presidenza italiana

La Presidenza italiana del G20 ha preso il via lo scorso primo dicembre, in un quadro sanitario ed economico in continua evoluzione. Colpita da uno shock inatteso e senza precedenti, quale la pandemia da COVID-19, l’economia globale appare oggi in procinto di risollevarsi. In questo contesto, caratterizzato da numerose incertezze, il G20 ha assunto un ruolo di guida per la rinascita collettiva, attraverso un’agenda di lavoro che la Presidenza italiana ha articolato intorno a 3 Pilastri.

I pilastri del G20 a presidenza italiana

In primo luogo, le persone al centro della strategia di ripresa, affrontando con determinazione povertà e disuguaglianze e promuovendo pari opportunità in materia di salute, istruzione, occupazione e sviluppo umano. Secondo, un pianeta più sicuro e sostenibile, per assicurare il ripristino dell’equilibrio tra uomo e natura e il rispetto degli impegni nei confronti dell’Accordo di Parigi e degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Terzo, la crescita globale come strumento per garantire prosperità per tutti, facendo leva sulle nuove tecnologie e sulla trasformazione digitale per promuovere una migliore qualità della vita.

La crisi ha impartito una lezione che sarebbe già dovuta esser nota alla comunità internazionale. Dato il grado di interdipendenza tra i paesi, le sfide globali richiedono un impegno comune e una rinnovata cooperazione. Politiche che non siano ispirate al multilateralismo, al supporto delle istituzioni internazionali e a un sistema economico internazionale fondato su regole condivise sono destinate a fallire. Il G20 è nato in un momento di crisi, quella asiatica del 1999, e la sua storia ci insegna che i maggiori progressi nella cooperazione internazionale sono stati raggiunti proprio nei momenti più difficili. È infatti con la grande recessione del 2008-09 che il G20 si erge a principale foro di governance economica e finanziaria globale. Oggi come allora, occorre dare una risposta concreta alle richieste di un rilancio del multilateralismo, facendo leva sul ritrovato slancio manifestatosi in alcuni recenti occasioni di confronto diplomatico.

Il ruolo chiave della Cina nel prossimo G20

In questo senso, è stata emblematica la proposta della Presidenza italiana di istituire un panel indipendente di alto livello per valutare lo stato dell’arte dei sistemi di finanziamento dei beni comuni globali per la salute. Il gruppo di esperti avrà l’obiettivo di proporre soluzioni finanziarie praticabili e sostenibili nel lungo periodo per la preparazione e la risposta alle crisi pandemiche. Il medesimo livello di ambizione lo ritroviamo nella decisione della Presidenza italiana - che nel 2021 è chiamata inoltre a co-organizzare, insieme al Regno Unito la Cop26 sui cambiamenti climatici - di sviluppare un’articolata agenda green, tra i cui punti di forza spicca la riattivazione dei lavori del gruppo sulla finanza sostenibile.

Negli ultimi mesi si è ricreato un clima favorevole alla ripresa delle discussioni su come la finanza possa sostenere la transizione verso modelli più sostenibili. Un confronto, iniziato sotto Presidenza cinese del G20 nel 2016 e successivamente interrotto per differenze di vedute sulle priorità globali. In questo contesto, la Cina giocherà un ruolo chiave. In qualità di co-chair insieme agli Stati Uniti, guiderà gli sforzi del G20 per rafforzare l’azione globale contro il cambiamento climatico e l’allineamento dei flussi finanziari con gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile e l’Accordo di Parigi sul clima.

Nel corso di questo anno, la Presidenza italiana, con il supporto dei paesi membri, è impegnata a confermare il G20 come principale forum per la cooperazione economica internazionale. In primo luogo, il coordinamento delle politiche di supporto dei Membri G20 è essenziale per amplificare l’impatto dei pacchetti domestici di stimolo e evitare gli errori del passato, quando una rimozione affrettata ha compromesso il processo di ripresa. Gli interventi di breve termine dovranno essere accompagnati da misure che possano indirizzare la crescita su un sentiero solido e sostenibile, in particolare a supporto della transizione verde e digitale.

In aggiunta, il sostegno alle economie più vulnerabili sarà cruciale per mitigare il rischio che la pandemia comprometta le loro prospettive di crescita. Infine, un cambio di passo appare ormai necessario per affrontare le sfide e le opportunità offerte dalla trasformazione digitale. In considerazione della notevole accelerazione indotta dalla pandemia, la definizione di regole condivise per l’economia digitale non può essere più posticipata.

Sono quindi molteplici gli ambiti in cui Italia e Cina possono coniugare i propri interessi e valori per nutrire positivamente le discussioni del G20.

Dopo aver celebrato lo scorso anno i cinquanta anni di relazioni diplomatiche bilaterali, il rapporto tra i due paesi continuerà a intensificarsi nel 2021, anche in vista della terza edizione del Dialogo Finanziario tra i Ministri delle Finanze che si terrà in Italia a fine 2021.

L'autore è Lawrence Bartolomucci, Head of G7/G20 Coordination Unit presso il Dipartimento del Tesoro, Ministero dell’Economia e delle Finanze.

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