Se in Ucraina scorazzano in lungo e in largo i tank russi con tanto di lettere dell'alfabeto "V", "Z" e da alcuni giorni anche la "O", a Mosca sta accadendo l'esatto opposto: vengono eliminate le tracce che rimandano ad "un'operazione speciale" che ormai si sta allungando a dismisura e che prende i contorni di una vera e propria guerra anche per quei russi convinti che Putin andasse in Ucraina a fare del bene.
Ecco cosa significa
Anche se qualche cittadino indossa magliette con le famoe scritte, le grandi pubblicità in giro per Mosca cancellano qualsiasi cartellone o striscione con i simboli russi dai più svariati significati. Le autorità locali, ufficialmente, affermano che sono gli stessi abitanti a non volerli ma mentono a loro stessi e ai moscoviti. Tra l'altro, la stessa prassi è in uso da San Pietroburbo alle cittadine più sperdute della Siberia: tutti gli abitanti stanno davvero facendo richiesta formale alle amministrazioni locali? Quale sarebbe il motivo? La verità è un'altra: sono le stesse autorità locali a far finta che non stia accadendo nulla mille chilometri più a sud, dove l'esercito di Putin si è macchiato di migliaia di crimini di guerra e ogni giorno bombarda territori da conquistare.
"Cambia strategia di comunicazione"
"Forse stanno cambiando le strategie di comunicazione. In questa nuova fase del conflitto, l'attenzione è più concentrata sui territori 'liberati'", ha affermato a Repubblica Andrej Kolesnikov, analista del "Carnegie Endowment for International Peace", chiedendosi quale fosse il vero motivo sulla progressiva scomparsa delle "Z". Stesso interrogativo l'ha posto Sergej Mironov, copresidente di "Russia Giusta-Per la verità", che su Telegram ha affermato di essere stato costretto a togliere uno specifico striscione peché è stato così deciso, in maniera bizzarra, dell'ispettorato per che controlla il decoro e la pubblicità. "Il primo argomento dei funzionari è stato: 'Numerosi ricorsi dei cittadini"".
"Non vogliono irritare borghesia"
Mironov, tra l'altro, sostiene che nella quotidianità di Mosca non c'è nulla che faccia pensare che esiste un conflitto in corso decisivo anche per le sorti del Paese (vedi le sanzioni occidentali). "La posizione è chiara: lascia che da qualche parte si spara, si uccida. Non sono affari nostri". Lo scrittore Zakhar Prilepin, copresidente del partito, la pensa allo stesso modo: "Donetsk viene bombardata, le persone vengono uccise ogni giorno. Ma ci sono funzionari a Mosca che si infuriano per la lettera Z. Non vogliono irritare la borghesia della capitale e non vogliono irritare se stessi". Insomma, si fa come gli struzzi che nascono la testa sotto la sabbia o chi nasconde la polvere sotto il letto dicendo che è tutto pulito. Il regime del Cremlino fa e disfa quello che vuole, come vuole, e in taluni casi "accusa" gli stessi cittadini di non volere qualcosa, come in questo caso.
L'ordine del Cremlino
Le insinuazioni sono chiare: le autorità non hanno alcuna intenzione di mettere in risalto un conflitto più lungo del previsto e che ancora non vede una fine. Prima che poi, magari, qualche cittadino più sveglio inizi a porsi qualche scomoda domanda. Ad esempio, i media del regime hanno ricevuto l'ordine dal Cremlino a "non sottolineare che l'offensiva era giunta al suo centesimo giorno". Uno dei giornalisti inviati di guerra, Aleksandr Kots, appe rientrato al fronte, ha scritto su Telegram seguito da oltre mezzo milione di iscritti che se nelle città di confine il "tifo" per i russi è molto alto e la guerra "si sente", a Mosca c'è una capitale che viven "spensierata e congestionata", per nulla preoccupata da quanto accade a due ore di volo.
"Per due giorni non ho notato un solo cartellone patriottico per le strade, non un solo ritratto dei nostri eroi sulle facciate dei grattacieli, niente Z, niente V. Come se a mille chilometri di distanza non stesse accadendo nulla.
Mosca si è visivamente recintata dal conflitto", conclude il giornalista. Ma già lo sapevamo, noi occidentali, questa non è altro che la scoperta dell'acqua calda: il regime nasconde, il regime decide, e i cittadini russi trascorrono le loro 24 ore come se nulla fosse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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