"Nessun progresso". Fumata nera ai negoziati

Niente da fare al primo round di colloqui tra Lavrov e Kuleba: "Ma ci saranno altri incontri". Focus su corridoi umanitari e futuro colloquio diretto tra Putin e Zelensky

"Nessun progresso". Fumata nera ai negoziati

Per il momento nulla di fatto dai negoziati. L'incontro tra Sergej Lavrov, ministro degli Esteri russo, e Dymtri Kuleba, ministro degli Esteri ucraino, è iniziato poco dopo le 9:30 nella cittadina turca di Antalya. Alla presenza del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, i due hanno discusso di corridoi umanitari, tregue e futuri incontri tra Putin e Zelensky. Ma, alla fine, non è trapelato nulla di significativo. "Ho fatto del mio meglio" ha dichiarato alla stampa Kuleba. Lavrov, dal canto suo, ha rimandato le questioni principali agli incontri in programma in Bielorussia.

Pochi progressi tra le parti

Terminato l'incontro, Kuleba e Lavrov hanno tenuto due distinti punti stampa. Il primo a parlare è stato il ministro ucraino, il quale ha da subito fatto intuire la fumata nera uscita dai negoziati. "Ho fatto del mio meglio - ha dichiarato Kuleba - Ho notato che Sergej Lavrov non era nelle condizioni di impegnarsi". Si è parlato, ha anche specificato il titolare della diplomazia di Kiev, di tregue e corridoi umanitari. Ma anche su questo punto nei colloqui turchi non sono stati registrati progressi. "Noi continueremo a resistere sul campo - ha proseguito Kuleba - anche se sul cessate il fuoco non sono emerse significative novità". Uno spiraglio si è intravisto soltanto in merito alla prospettiva di un nuovo vertice tra i due ministri. "Ci rincontreremo - ha concluso il ministro degli Esteri di Kiev - anche se a Mosca sembrano altri a decidere".

Dal canto suo Lavrov ha confermato la disponibilità a trattare sui corridoi umanitari e sulle tregue per favorire i civili. Ma ha accusato l'Ucraina di voler usare la popolazione come scudo umano. "Noi abbiamo sempre cercato di lavorare per alleviare le sofferenze dei civili - ha fatto sapere l'uomo della diplomazia di Putin - spesso però i corridoi non hanno avuto successo per responsabilità non nostre". Oltre a parlare circa un nuovo possibile incontro con Kuleba, Lavorv ha puntualizzato che sul cessate il fuoco e sui corridoi umanitari si procederà a parlare anche ai negoziati in corso di svolgimento in Bielorussia.

Quanto a un possibile vertice tra i due presidenti, Putin da un lato e Zelensky dall'altro, il ministro degli Esteri russo si è detto possibilista. "Noi diamo disponibilità a risolvere da subito i problemi - ha fatto sapere ai cronisti presenti ad Antalya - ma occorre ribadire che Mosca ha ben chiari quali sono gli obiettivi da raggiungere". E cioè demilitarizzazione dell'Ucraina, neutralità di Kiev e riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea, oltre che riconoscimento delle repubbliche indipendenti del Donbass. "Zelensky sembra aprire a queste prospettive - ha concluso Lavrov - questo ci lascia moderatamente ottimisti".

La situazione a Mariupol

Entrambi i ministri hanno parlato poi di quanto sta accadendo a Mariupol, città assediata da russi e da filorussi di Donetsk in cui si sta combattendo la battaglia più cruenta della guerra in Ucraina. Kuleba ha confermato che a Mariupol la situazione è disastrosa e ha ancora una volta puntato il dito contro il bombardamento dell'ospedale avvenuto ieri. "Chiediamo 24 ore di cessate il fuoco in quella città", ha fatto sapere il ministro degli Esteri ucraino. Kuleba ha poi accusato le forze russe di aver commesso un grave crimine nel bombardare l'ospedale.

Lavrov ha fornito, a proposito del nosocomio distrutto dai raid, la versione di Mosca. "Già da un'informativa giunta il 7 marzo - ha spiegato il ministro degli Esteri russo - sapevamo che quell'ospedale era stato evacuato e si era trasformato in una base del Battaglione Azov. I network internazionali tendono a screditare l'immagine della Russia".

Il ruolo della Turchia nella mediazione

Dal freddo di Mosca al caldo del Mediterraneo, dalla guerra di Kiev alla pace di un resort a pochi passi dal mare. Lavrov e Kuleba hanno diametralmente cambiato lo scenario a cui si sono abituati negli ultimi giorni per giungere in Anatolia e dare vita a uno degli incontri più attesi da quando è scoppiata la guerra.

Del vertice si è iniziato a parlare lunedì. Da Ankara il governo ha confermato la possibilità di un bilaterale russo-ucraino da tenere nel proprio territorio. Antalya la città prescelta. Lontano dalla capitale e da Istanbul, con i suoi resort affacciati sul Mediterraneo al presidente turco Erdogan è sembrata la meta ideale per tenere il bilaterale.

C'è proprio il “sultano” dietro l'organizzazione dell'incontro. La Turchia è tra i Paesi più impegnati nella mediazione. Ha condannato l'aggressione russa contro l'Ucraina, lo ha fatto sia a livello mediatico che ufficiale in occasione del voto in sede di assemblea straordinaria dell'Onu. Inoltre Ankara ha chiuso l'accesso verso il Mar Nero alle navi russe. Ma, da Paese Nato, non ha aderito alle sanzioni economiche imposte dal resto dell'Alleanza Atlantica contro Mosca. Oggi gli aeroporto di Istanbul sono una meta cruciale per i russi che devono raggiungere l'Europa e il resto del mondo, vista la chiusura dello spazio aereo del Vecchio Continente alle compagnie russe, misura anche questa non adottata dalla Turchia.

Erdogan, al fianco della condanna alla guerra, vuole però provare a ritagliarsi un ruolo importante come mediatore. Una carta giocata anche dal premier israeliano Naftali Bennett nei giorni scorsi volando al Cremlino. Turchia e Israele in questo momento sembrano gli unici attori internazionali realmente impegnati nei colloqui e nell'apertura di canali di dialogo. È in questo contesto che Ankara è riuscita a far incontrare i due ministri.

Russia fuori dal Consiglio d'Europa

A proposito della distanza tra Europa e Russia, poco prima dell'incontro di Antalya lo stesso ministro degli Esteri russo ha confermato l'uscita della Russia dal Consiglio d'Europa, l'istituzione più antica del Vecchio Continente. "Il corso degli eventi è diventato irreversibile - si legge in una nota di Lavrov riportata dall'agenzia Tass - e la Russia non ha alcuna intenzione di sopportare le azioni sovversive intraprese dall'Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti".

"La decisione della Russia - ha concluso Lavrov

- è stata presa a causa del comportamento ostile dei Paesi europei e della Nato nei confronti della Russia, continuando "nel solco della distruzione del Consiglio d'Europa e dello spazio giuridico e umanitario in Europa".

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