Dalla Russia, per la precisione dalla città siberiana di Krasnoyarsk, arriva la notizia di un 34enne che, infuriato per non riuscire a passare di livello nell'ambito di un videogioco, ha preso un coltello da cucina e ha compiuto una strage, sterminando la famiglia della porta accanto. L'uomo, di nome Ivan Yezhov, ha infatti scaricato la furia e la frustrazione, dovute appunto ai suoi insuccessi a un videogioco, contro una vicina, la figlia e l'anziano padre della donna. L'assassino è stato di recente condannato all'ergastolo, con raccapriccianti dettagli sullo svolgimento del delitto che però continuano a emergere. Secondo i commentatori, non si sarebbe mai verificato prima in Russia un caso simile, legato in maniera così perversa alla realtà virtuale.
Durante il processo contro Yezhov, gli inquirenti hanno ricostruito in maniera precisa come sono andati i fatti. In base a tale ricostruzione, il 34enne non riusciva ad avanzare di livello a Doom Eternal , videogioco sparatutto. La rabbia per la propria incapacità di fare progressi nel gioco nonostante i suggerimenti da lui reperiti sul web avrebbe quindi completamente "devastato" il soggetto in questione, incline anche all'abuso di alcol. Dopo l'ennesimo fallimento a Doom, Yezhov, gonfio di frustrazione e ubriaco, avrebbe preso un coltello e sarebbe uscito di casa per dirigersi verso l'appartamento dei suoi vicini. Di fronte all'abitazione dell'assassino viveva la 47enne giornalista radiofonica e televisiva Elena Mutovina.
Proprio mentre l'uomo usciva di casa armato per scaricare la sua rabbia, la giornalista si trovava sull'uscio del proprio appartamento, ossia dietro la sua porta socchiusa. Yezhov si sarebbe quindi presentato davanti all'abitazione della Mutovina, chiedendole se poteva farlo entrare. La donna gli avrebbe subito negato l'ingresso e il 34enne avrebbe reagito pugnalando mortalmente al collo la malcapitata e facendo irruzione nella casa della vittima. Una volta dentro, l'assassino si sarebbe scagliato contro il 77enne padre della giornalista, che si era subito alzato dal divano per correre in soccorso della figlia. Anche l'anziano è però caduto sotto i fendenti menati dal folle.
Dopo avere ucciso la Mutovina e il padre di lei, Yezhov, prosegue la ricostruzione forense, avrebbe puntato Daniella, ossia la figlia di 9 anni della giornalista. La piccola, terrorizzata a morte per avere assistito all'uccisione della mamma e del nonno, avrebbe provato a fuggire dalla furia del 34enne rifugiandosi nel bagno di casa, ma anche lei è alla fine morta accoltellata. L'omicida è stato arrestato dalla polizia cinque giorni dopo il ritrovamento dei tre cadaveri e, in seguito alla sua incarcerazione, ha iniziato a collaborare con gli inquirenti, per poi confessare i suoi crimini.
Durante il processo, la pubblica accusa ha evidenziato ripetutamente il nesso tra il perverso coinvolgimento emotivo di Yezhov nel giocare a Doom e i tre omicidi. L'indagato era infatti arrivato a un livello tale di dipendenza dal mondo virtuale da considerare un fallimento al gioco come una prova della propria inadeguatezza esistenziale. La pubblica accusa ha inoltre denunciato il sadismo dell'indagato, rappresentato dal fatto che quest'ultimo ha "abusato dei tre cadaveri" e dal tentativo del 34enne di nascondere le prove del suo delitto alterando la scena del crimine. Prima di fuggire, l'assassino aveva infatti messo il suo coltello in mano al padre deceduto della Mutovina, così da fare credere agli inquirenti che il killer fosse l'anziano.
Yezhov, nel corso del dibattimento processuale, ha confermato la tesi dell'accusa, ammettendo
di essersi scagliato contro i vicini perché ubriaco e perché nel suo animo era allora in corso un'"eruzione di odio", provocata dalla sua incapacità di avanzare di livello a quel videogioco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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