Obama: "L'America è già forte, non ha bisogno di un salvatore"

Obama parla alla Convention democratica di Philadelphia: "Posso affermare con fiducia che non c’è mai stato un uomo o una donna più qualificati di Hillary Clinton per servire come presidente degli Stati Uniti d’America"

Obama: "L'America è già forte, non ha bisogno di un salvatore"

Nel suo intervento alla Convention democratica di Philadelphia Barack Obama parte da un assunto: "L’America è già grande, la nostra grandezza non dipende da Donald Trump". Il presidente sale sul palco per sostenere Hillary Clinton. "Non si tratta di un’elezione come le altre - avverte - . I partiti hanno sempre avuto le loro differenze ma quello che abbiamo sentito a Cleveland la scorsa settimana non era particolarmente repubblicano e sicuramente non conservatore. Abbiamo ascoltato una visione pessimista del paese... senza soluzioni, piena di odio e risentimento. Questa non è l’America che conosco", osserva riferendosi al discorso di Trump. "L’America non vuole essere dominata... da un autoproclamatosi salvatore - ammonisce Obama - la nostra forza deriva da queste immortali dichiarazioni che sono state scritte per la prima volta proprio qui a Philadelphia".

Nel rilanciare lo storico "Yes, we can", lo slogan con cui trionfò nel 2008, Obama corregge il tiro: "Non io, non lei ma noi possiamo". Poi un tuffo nel passato, nel suo esordio ad una Convention a Boston, per la nomina di John Kerry. "Ciao America, 12 anni fa ho parlato per la prima volta a questa Convention". "Vi chiedo di fare per Hillary quello che avete fatto per me - esorta Obama - con l’audacia della speranza. Avete rivendicato quella speranza negli ultimi otto anni e ora sono pronto a passare il testimone e fare la mia parte da privato cittadino. Quest’anno in questa elezione vi chiedo di unirmi a me, di rifiutare il cinismo, la paura e fare ciò che è meglio per noi: eleggere Hillary Clinton come prossimo presidente degli Stati Uniti, mostrando al mondo che ancora crediamo nella promessa di questa grande nazione. Grazie per questo incredibile viaggio".

"Posso affermare con fiducia - prosegue Obama - che non c’è mai stato un uomo o una donna più qualificati di Hillary Clinton per servire come presidente degli Stati Uniti d’America". Le passa idealmente "il testimone" per proseguire la sua visione di "speranza e cambiamento" contro il rischio di un'affermazione di Trump, perché - avverte - "tutto è ancora possibile".

Non si è mai "veramente preparati per le esigenze dello Studio Ovale, fino a quando non ci si siede a quella scrivania - argomenta Obama - non si ha idea di cosa possa significare gestire una crisi globale o inviare giovani in guerra. Ma Hillary Clinton è stata in quella stanza, ha partecipato a quelle decisioni. Lei sa qual è la posta delle decisioni che il governo prende per le famiglie di lavoratori, per i cittadini anziani, per i proprietari di piccole aziende, per i soldati e per i veterani. Anche nel pieno di una crisi lei ascolta le persone, rimane calma e tratta tutti con rispetto. Indipendentemente da quanto spaventose siano le situazioni, indipendentemente da quanto cerchino di buttarla giù, lei non molla, mai e poi mai. Questa è l’Hillary che conosco, questa l’Hillary che ho imparato ad ammirare".

Obama prosegue incensando la sua ex rivale: Hillary è l’unica persona "che in America ha pianto con ogni vittima di sparotorie di massa e che ha scritto alle famiglie di ogni uomo in uniforme ucciso". Poi, per rimarcare il contrasto con l’intervento di Trump a Cleveland, tratteggia uno scenario futuro improntato all'ottimismo: "L’America che conosco è piena di coraggio, ottimismo e genuinità. L’America che conosco - prosegue - è decente e generosa. Sicuramente abbiamo preoccupazioni concrete su come pagare le bollette, su come proteggere i nostri figli, su occuparci di un parente malato. Siamo frustrati per gli stalli politici, preoccupati per le divisioni razziali, scioccati e rattristati per la pazzia di Orlando e Nizza. Ci sono sacche dell’America che non si sono mai riprese dalle chiusure delle fabbriche, ci sono persone che hanno lavorato duramente per mantenere le loro famiglie che ora si sentono dimenticate, ci sono genitori che si chiedono se i loro figli avranno le stesse possibilità che hanno avuto loro".

E se tutto ciò "è una realtà che ci spinge a fare meglio" c’è anche un’America che funziona, assicura Obama.

"Viaggiando per il Paese, in tutti e 50 gli Stati, mentre ho gioito e pianto con voi, ho anche toccato con mano cosa va bene in America - osserva - ho visto gente lavorare duramente e avviare un’impresa, ho visto gente insegnare e servire il nostro Paese, ho visto giovani generazioni piene di energia e nuove idee, senza limitazioni rispetto a ciò che è e pronti a cogliere ciò che deve essere".

Il discorso di Obama a Philadelphia

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