Marine Le Pen guarda con favore a Steve Bannon in vista delle prossime elezioni europee, ma solo dopo aver ricevuto qualche rassicurazione. La guida del Rassemblement National, pochi giorni fa, nel corso della sua visita a Roma, aveva preso una posizione del tutto differente: "Non merci monsieur...". Poi, però, le è arrivata la "conferma" che l'ex Chief Strategist di Donald Trump non ha alcuna "intenzione di intervenire politicamente in Europa" e il quadro sembra essere cambiato. L'incontro, che sancisce l'inizio di questa collaborazione tra i due, è avvenuto a Parigi, durante la giornata di ieri.
Steve Bannon, ha fatto sapere la figlia di Jean Marie, ha manifestato solo la volontà di "creare un think tank che permetta delle ricerche, degli studi e dei simposi su temi importanti che toccano preoccupazioni comuni". Temi al centro dell'agenda politica dei populisti come "la globalizzazione selvaggia, una finanziarizzazione dell'economia, le migrazioni". Nessuna "intrusione", quindi, all'interno del consesso politico del Vecchio Continente. I partiti populisti continentali, come la Le Pen si era auspicata, dovranno organizzarsi in maniera autonoma, senza il coordinamento del Guru statunitense.
"Gli ho dunque rinnovato il nostro interesse - ha evidenziato la politica francese - all'emergere di questa struttura di lavoro".
La cosiddetta internazionale populista, intanto, continua a porre le basi, anche da Bruxelles, in funzione della prossima turnata elettorale. Tutto lascia presagire che The Movement e l'ex Front National interagiranno per portare avanti un'agenda politica abbastanza condivisa.
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