"Serve patto Ue". "Difesi i confini". Asse Tajani-Orban sui migranti

Orban elogia la linea del governo Meloni sui migranti. E Tajani punta a un accordo-quadro per promuovere la linea italiana in Europa

"Serve patto Ue". "Difesi i confini". Asse Tajani-Orban sui migranti

"Grazie Giorgia": questo l'hashtag con cui il premier ungherese Viktor Orban conclude un tweet in cui riporta un articolo di Politico.eu dedicato al caso della nave Humanity 1 con 179 migranti a bordo, attraccata al porto di Catania e di cui il governo Meloni ha garantito solo parzialmente lo sbarco, concedendolo a donne, bambini e malati.

"Dobbiamo un grande ringraziamento a Giorgia Meloni e al nuovo governo italiano per aver protetto i confini dell'Europa", scrive Orban nel tweet allegando l'articolo che mostra la foto del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. La presa di posizione del premier magiaro richiama ai tempi in cui, tra il 2018 e il 2019, il leader di Fidesz sosteneva le politiche sull'immigrazione del governo Conte I e i decreti sicurezza di Matteo Salvini.

Nel maggio 2019, poco prima delle europee che avrebbero incoronato la Lega primo partito d'Italia, Salvini visitò l'Ungheria di Orban visitando, insieme allo stesso primo ministro ungherese, la frontiera con la Serbia, recandosi precisamente a Roeszke, uno dei luoghi simbolo della chiusura dei confini ungheresi nei confronti dei migranti. Orban allora usò parole al miele con Salvini: "Qui è considerato l'eroe che ha fermato per primo le migrazioni dal mare, noi sulla terra". L'Ungheria, Paese lontano dal Mediterraneo e che non riceve i problemi dei flussi di migranti dal Nord Africa, ha chiaramente tutto il vantaggio a elogiare l'attività di un governo di Roma intento al pugno duro con Ong e sbarchi.

Oggi Orban segue la stessa logica del 2018-2019: appoggio "esterno" alle politiche di Roma, filo diretto con i leader critici dell'immigrazione incontrollata, spinta retorica sulla difesa dei confini europei. Con Meloni il feeling è ancora più consolidato rispetto a quello con Salvini, tanto che Orban è stato in visita più volte a Roma a festival come Atreju invitato dalla leader di Fratelli d'Italia. E del resto, di fronte a un governo italiano nato con divergenze notevoli rispetto all'Ungheria in politica estera (prima fra tutte la posizione sulla guerra in Ucraina) la partita dei migranti resta una delle sfide su cui Orban ha tutta la volontà a saldare l'asse con Roma.

Tajani: "Serve patto europeo"

Nel frattempo, in parallelo, prosegue la partita diplomatica. Su cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani è al lavoro per portare avanti una proposta in cui il sostegno retorico ungherese possa trasformarsi in cooperazione multilaterale tra le parti in causa in Europa. "Serve un patto a livello europeo per la gestione degli sbarchi e delle rotte dei migranti", ha dichiarato in un'intervista a Il Messaggero. Non solo "quelle che insistono sul Mediterraneo, ma anche quelle dei Balcani e dell'Est Europa che interessano, oltre all'Italia, anche stati membri come la Germania ed altri", Ungheria compresa, nota Tajani. Una risposta, neanche troppo velata, alle critiche giunte da Berlino nei giorni scorsi e sintetizzate nell'intervista molto dura del responsabile immigrazione dei socialdemocratici tedeschi, Lars Castellucci, concessa a Repubblica.

"Non possiamo trasformare il Mediterraneo in un cimitero ma noi dobbiamo sapere chi c'è a bordo, da dove vengono, dove sono stati presi", aggiunge Tajani. Jl quale propone "una serie di accordi con i Paesi da cui partono i migranti. Penso alla Libia, ma anche alla Tunisia, al Marocco, al Niger e tutto il Sahel". Tutto questo sarà sul tavolo il prossimo 14 novembre, quando l'ex Presidente del Parlamento Europeo si recherà a Bruxelles per la sua prima uscita comunitaria nel suo nuovo ruolo e incontrerà gli omologhi europei dopo aver visto a Munster quelli del G7.

Sarà un appuntamento chiave per discutere di una linea comune europea sull'immigrazione in cui l'Italia è pronta a muoversi battendo i pugni sul tavolo. La linea del governo Meloni sul governo dell'immigrazione non è, del resto, condivisa dalla solo Ungheria: anche la Danimarca guidata dai Socialdemocratici e dalla loro coalizione di Sinistra offre un esempio di politica di tolleranza zero.

Per Roma c'è la possibilità di chiedere maggiore solidarietà e regole più certe sul governo sui flussi certa che non è solo l'Italia a domandare un approggio più chiaro sulla tutela di frontiere e confini nazionali, e dunque europei, sul fronte migratorio.

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