Un'altra domenica di sangue a Quetta, in Pakistan (Per approfondire: Il reportage "Cristiani perseguitati in Pakistan"). Questa mattina un attacco di due aspiranti kamikaze in una chiesa ha fatto almeno 8 morti e 44 feriti. Secondo le prime ricostruzioni fornite dall'agenzia LaPresse, i terroristi hanno prima fatto esplodere una bomba e poi hanno aperto il fuoco contro i fedeli. L'edificio era gremito, con almeno 400 persone all'interno e si sarebbe quindi potuta verificare una vera e propria carneficina. Probabilmente, era proprio questo l'obiettivo dei terroristi. Hidayat Ullah, dell'ospedale di Quetta, ha detto che "tra le vittime, ci sono donne e bambini".
Dopo l'esplosione, c'è stato uno scontro a fuoco tra gli assalitori e le forze dell'ordine che è durato parecchio.
Il ministro dell'Interno della provincia sud-occidentale del Balochistan, Sarfraz Bugti, ha fatto sapere che i due terroristio sono entrati in chiesa non appena la Messa era iniziata. Bugti ha inoltre affermato che uno degli assalitori è stato ucciso dalle forze di polizia all'ingresso principale della chiesa mentre il secondo si è fatto esplodere all'interno. L'Isis, tramite la sua agenzia Amaq, ha rivendicato la strage, affermando che l'attentato è opera di "due soldati dello Stato islamico".
Come riporta l'Agi, "Quetta è uno dei luoghi più travagliati del Paese, con la presenza di gruppi armati separatisti, fazioni talebane e gruppi jihadisti.
Gli attacchi contro le minoranze religiosi sono frequenti, l'ultimo lo scorso ottobre quando morirono 18 persone e 25 rimasero ferite in un attentato suicida in un tempio sufi. Il Pakistan è un Paese a maggioranza musulmana sunnita, dove i cristiani rappresentano meno di 4 milioni in una popolazione di quasi 200 milioni".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.