“Pechino è invivibile”. È lo stesso sindaco della metropoli cinese, Wang Anshun, a dare l’allarme.
I 20 milioni di abitanti respirano tutti i giorni una fitta coltre di smog: i livelli di inquinamento registrati sforano (e di molto)i limiti consentiti e mettono a rischio la salute.
Le sostanze nocive che riempiono l’aria e oscurano il sole non sono certo una novità. Secondo quanto riportato dal China Youth Daily, lo stesso primo cittadino – dopo aver denunciato la calamità – assicura che si sta lavorando per ridimensionare il problema e rendere più abitabile la città, per il bene dei pechinesi stessi. Ma non solo. L’emergenza continua, negli ultimi anni, ha azzoppato l’appeal di Pechino in quanto meta turistica: a causa dell’avvelenamento dell’aria ha perso circa il 10% dei visitatori.
Il The Guardian racconta poi che un ex funzionario del settore petrolifero statale operante a Gansu (provincia nord-occidentale della Repubblica) sostiene che l’inquinamento sia causato dalla (sbagliata) distribuzione delle fabbriche, oltre che delle aziende che producono veicoli a motore. E nell’anno che si è appena chiuso, le autorità di Pechino hanno messo i sigilli a 392 stabilimenti e vietato la circolazione a 476mila vecchi veicoli.
E circa un anno e mezzo fa (era settembre 2013) il governo centrale aveva inaugurato un ficcante piano anti-inquinamento che vietava la
costruzione di nuove centrali elettriche e a carbone a Pechino, Shanghai e Guangzhou, le tre città più grandi e popolose del Paese. Peccato che le misure siano state applicate con il contagocce e Pechino rimanga avvolta dallo smog.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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