Il governo della Polonia, di ispirazione conservatrice, ha deciso ultimamente di introdurre un significativo incentivo fiscale a beneficio dei giovani connazionali emigrati all’estero.
L’esecutivo del premier Mateusz Morawiecki, esponente del partito sovranista Diritto e Giustizia (PiS), ha infatti disposto la “cancellazione perpetua” dell’imposta sui redditi per i ragazzi che, a partire dal primo agosto, torneranno nel Paese est-europeo. In base alla riforma governativa, i Polacchi con meno di 26 anni di età residenti in nazioni straniere e che guadagnano annualmente 85,528 zloty (pari a circa 20mila euro) usufruiranno, se opteranno per il rientro in patria, di un’esenzione fiscale sui proventi dei loro lavori che durerà “per sempre”.
Il primo ministro della Polonia ha indicato la misura promossa dal suo esecutivo come l’“adempimento delle promesse” fatte durante la campagna elettorale per le ultime consultazioni europee. Il rappresentante del PiS aveva appunto assicurato allora ai suoi connazionali di affrontare al più presto “a muso duro” la “piaga della fuga dei cervelli”.
L’abbandono del Paese slavo da parte di manodopera nativa giovane e altamente qualificata, a detta delle autorità di Varsavia, avrebbe ormai raggiunto “livelli preoccupanti”, con ben “1,7 milioni di ragazzi polacchi” emigrati all’estero negli ultimi anni. Di conseguenza, il forte incentivo tributario ideato dal premier risponderebbe alla necessità di “fare recuperare all’economia nazionale menti brillanti volate via in passato”.
Il provvedimento dell’esecutivo sovranista è stato subito fortemente criticato dall’opposizione parlamentare dello Stato est-europeo. I deputati di Piattaforma Civica, formazione politica cristiano-democratica, hanno infatti concentrato le loro contestazioni sugli “elevati squilibri finanziari” che l’esenzione fiscale perpetua rischierebbe di causare alle casse della Polonia, mentre quelli dell’Alleanza della Sinistra Democratica, movimento post-comunista, hanno scatenato la loro indignazione contro i “requisiti di reddito” che dovranno possedere i giovani che sceglieranno di rimpatriare.
Ad avviso degli esponenti socialisti, il primo ministro Morawiecki, riconoscendo il beneficio in questione soltanto ai ragazzi che guadagnano 85,528 zloty l’anno ossia più del reddito medio polacco (fermo a 60,000 zloty), avrebbe sostanzialmente fatto un favore ai “ricchi rampolli dediti alla bella vita nei costosissimi college inglesi e americani”.
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