La situazione nel Donbass è "estremamente grave", spiegano le istituzioni ucraine. L'esercito russo ha occupato il 95% del territorio della regione di Lugansk e continua ad avanzare inesorabile. Severodonetsk, praticamente circondata dalle forze del Cremlino, potrebbe essere la prossima città a cadere nelle mani di Mosca. Eppure, nonostante quanto sta accadendo, Volodymyr Zelensky non ha alcuna intenzione di sedersi al tavolo dei negoziati passando attraverso concessioni territoriali di Kiev alla Russia.
L'affondo di Zelensky
Il presidente ucraino ha duramente attaccatto l'ex segretario di Stato Usa, Henry Kissinger, secondo cui i negoziati per la fine della guerra in Ucraina sarebbero dovuti passare attraverso, appunto, alcune concessioni territoriali da parte di Kiev alla Russia. Ebbene, Zelensky ha respinto con forza questa idea. In un messaggio televisivo, il capo di Stato ha detto che Kissinger "è una figura che emerge da un passato lontano".
"Per affermare che un pezzo di Ucraina dovrebbe essere ceduto alla Russia. Il suo calendario non segna il 2022, ma è fermo al 1938", ha proseguito Zelensky parlando sempre di Kissinger e riferendosi all'Accordo di Monaco con cui la Germania nazista annesse una parte dell'allora Cecoslovacchia. "I grandi geopolitici rifiutano sempre di guardare alla gente comune, dei milioni che vivono nei territori che ci si propone di scambiare in cambio dell'illusione della pace", ha proseguito Zelensky. "Le forze armate ucraine, la nostra intelligence e tutti coloro che difendono lo Stato si oppongono all'offensiva estremamente brutale delle truppe russe nell'est. In alcuni luoghi, il nemico supera di gran lunga l'equipaggiamento e il numero dei nostri soldati", ha sottolineato il presidente ucraino, tornando, di fatto, a chiedere armi agli alleati occidentali.
"Editoriali sintomatici hanno cominciato ad apparire su alcuni media occidentali affermando che l'Ucraina dovrebbe accettare i cosiddetti compromessi difficili rinunciando al territorio in cambio della pace", ha quindi aggiungi nel suo ultimo discorso notturno. Secondo Zelensky vi sono persone – non solo Kissinger - che vivono in un'epoca "in cui gli interessi delle nazioni venivano spesso scambiati per tentativi di placare gli appetiti dei dittatori". Ricordiamo che nelle ultime ore anche il suo consigliere, Oleksiy Arestovych, era stato chiaro: "Nessuno scambierà un grammo della nostra sovranità o un millimetro del nostro territorio".
L'avanzata russa nel Donbass
Il punto è che la Russia sta continuando ad avanzare nel Donbass. Altro che lenti progressi e conquiste temporanee: pare che Mosca abbia conquistato quasi interamente la regione di Lugansk. La conferma arriva dal governatore regionale Serhiy Gaidai, citato da Ukrinform. "Il 95% del territorio della regione di Lugansk è occupato. La situazione nel Donbass è estremamente grave. La regione di Lugansk continua a frenare l'orda, che sta distruggendo i nostri insediamenti. I bombardamenti non si fermano affatto", ha spiegato il funzionario.
"Ci sono 25 battaglioni nemici e gruppi tattici nella regione di Lugansk - da 300 a 500 persone ciascuno, un'enorme quantità di equipaggiamento - e sparano costantemente a tutti gli insediamenti", ha aggiunto lo stesso Gaidai, secondo cui "Severodonetsk viene semplicemente distrutta".
Le forze russe stanno cercando di prendere il controllo di Severodonetsk, Lyschansk e Rubizhne per mettere l'intera area di Lugansk sotto l'occupazione di Mosca. Lugansk, tra l'altro, costituisce metà della regione orientale del Donbass, dove Mosca ha riorientato i suoi sforzi bellici nella cosiddetta fase due del conflitto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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