C’era da aspettarselo: la Russia, la Bielorussia e il Myanmar (prima Birmania) non sono stati invitati ai funerali di Stato della regina Elisabetta, che si terranno il prossimo 19 settembre nell’Abbazia di Westminster. L’Iran sarà presente, ma solo a livello di ambasciata. La notizia è stata data alla Bbc da fonti di Whitehall.
Un’esclusione annunciata
Ai solenni funerali di Stato della regina Elisabetta, il 19 settembre 2022, parteciperanno 500 dignitari da tutto il mondo. Esclusi, ma ciò non desta alcuna sorpresa, la Russia, la Bielorussia e il Myanmar. Anche i motivi sono intuibili: la Federazione Russa è stata politicamente isolata dopo l’aggressione all’Ucraina, uno Stato sovrano, iniziata il 24 febbraio 2022. Una guerra che sta destabilizzando il mondo e riducendo la stessa Ucraina a un cumulo di macerie. La Bielorussia non ha mai fatto mistero di appoggiare la linea di condotta del presidente Vladimir Vladimirovič Putin. Il Myanmar, invece, è stato teatro di un golpe militare, il 1° febbraio 2021, che ha rovesciato Aung San Suu Kyi. Sky Tg24 riporta dei numeri terrificanti: ci sarebbero stati 1500 morti, circa 12mila arresti (8835 persone sarebbero ancora detenute) e 661 sono state condannate alla prigione, tra cui la leader Aung San Suu Kyi.
La posizione della Russia è molto interessante: il presidente Putin, appresa la notizia della morte della sovrana britannica, ha fatto sapere: “Per decenni la regina Elisabetta ha goduto giustamente dell’amore e del rispetto dei suoi sudditi e di autorevolezza nello scenario mondiale”, definendo la perdita "irreparabile". Dopo la proclamazione di re Carlo III il presidente russo ha scritto un telegramma di congratulazioni comparso sul sito del Cremlino: “Vostra Maestà, vi prego di accettare le mie sincere congratulazioni per la vostra ascesa al trono. Auguro a Vostra Maestà successo, buona salute e tutto il meglio. Cordiali saluti. Vladimir Putin”. Un breve messaggio in cui il presidente ha seguito l’abitudine russa di augurare felicità, prosperità e salute a chi viene festeggiato o celebrato in occasione di un traguardo ottenuto o per una ricorrenza.
Un’esclusione pari a un insulto
Prima che venisse reso noto l’elenco dei partecipanti alle esequie il Cremlino aveva “messo le mani avanti”, come si dice, specificando che l’ipotesi della presenza di Putin a Londra, il prossimo 19 settembre, “non viene presa in considerazione”, ma il governo russo avrebbe comunque “atteso l’annuncio del protocollo della cerimonia” prima di organizzare la delegazione da inviare a Londra. L’invito, però, non è arrivato. Anzi, non proprio partito da Buckingham Palace.
Ai funerali di Elisabetta II sono attese più di un milione di persone. Tra i Capi di Stato ci saranno il presidente americano Joe Biden, il nostro presidente Sergio Mattarella, il brasiliano Bolsonaro. Ma non Putin. Non la Russia. Uno schiaffo morale che il Cremlino non è riuscito né a prevenire, né ad attutire con l’annuncio dell’assenza del presidente della Federazione. I rapporti tra i due Paesi sono tesissimi. Parliamo delle esequie della donna più famosa del mondo, della più grande Regina tra Novecento e Duemila. Questa situazione è un terribile segno che non lascia ben sperare per il futuro.
Non dimentichiamo, poi, che la royal family ha appoggiato fin dall’inizio l’Ucraina e il governo inglese ha addestrato più di 3mila soldati ucraini, riporta InsideOver, fornendo armi e supporto.
In più c’è quell’aneddoto che oggi suona profetico, ma in maniera inquietante: a proposito dell’incontro, nel 2003, tra la regina Elisabetta e il leader russo l’allora ministro dell’Interno David Blunkett, cieco dalla nascita, disse che il suo cane guida si era innervosito quando aveva visto Putin. La regina Elisabetta, a cui il ministro aveva raccontato l’episodio, avrebbe commentato con il suo usuale aplomb: “I cani hanno degli istinti interessanti, vero?”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.