Salah: "Abaaoud responsabile attentati di Parigi"

Il "responsabile degli attentati" del 13 novembre a Parigi è Abdelhamid Abaaoud, morto nell’assalto al covo di St Denis. A dirlo, in un interrogatorio, è Salah Abdeslam

Salah: "Abaaoud responsabile attentati di Parigi"

Il "responsabile degli attentati" del 13 novembre a Parigi è Abdelhamid Abaaoud, morto nell’assalto al covo di S.Denis. Lo ha detto Salah Abdeslam secondo i verbali dell’interrogatorio dello scorso 19 marzo a Bruxelles, rivelati oggi dal quotidiano Le Monde.

Salah ha riconosciuto il proprio ruolo logistico nella preparazione degli attentati in Francia, ma ne ha attribuito la principale responsabilità ad Abaaoud. Salah ha ammesso di aver "affittato vetture e case" su richiesta del commando del 13 novembre. Ma attribuisce al defunto Abaaoud la responsabilità degli attacchi. "E' (Abdelhamid) Abaaoud... Lo so attraverso mio fratello Brahim. E' lui che mi ha raccontato che Abaaoud era il responsabile. Ho incontrato Abaaoud la notte tra l'11 e il 12 novembre del 2015. Era la prima volta che lo vedevo in vita mia". Ma è molto probabile che questo sia falso, perché Abdeslam e il belga di origine marocchine Abaaoud, considerato la "mente" del massacro, morto nel raid al covo di Saint Denis, erano stati condannati insieme in Belgio nel 2010 per rapina. Quindi si conoscevano eccome.

Abdeslam rivela inoltre che avrebbe voluto farsi esplodere allo Stade de France, come previsto nel piano terroristico. "Dovevo andare allo stadio ma non avevo il biglietto. Ho rinunciato quando ho parcheggiato la macchina. Ho lasciato scendere i miei tre passeggeri e ho riavviato". Delle tre persone insieme a lui nel veicolo, Abdeslam ammette di conoscere Bilal Hadfi, ma non gli altri due passeggeri, gli "iracheni". Ha detto anche di non riconoscere neppure Najim Laachraoui, l'artificiere del 13 novembre e il kamikaze dell'aeroporto di Zaventem, nelle fotografie che gli hanno mostrato gli inquirenti.

Cintura di Salah non aveva liquido esplosivo

La cintura di Salah Abdeslam a Parigi "mancava di liquido esplosivo".

È quanto riferisce Le Monde, citando la testimonianza di Abid Aberkan, il cugino da cui l’ex fuggitivo si rifugiò a Molenbeek, rue des Quatre-Vents, fermato anch’egli il 19 marzo. Salah stesso ha detto agli inquirenti che quella cintura gliel’aveva consegnata il fratello Brahim nell’appartamento affittato a Bobigny. Dopo aver rinunciato, ha aggiunto l’ha "nascosta" in un "luogo discreto".

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