La sinistra catalana vuole espropriare la cattedrale di Barcellona

I consiglieri della CUP di Barcellona, partito di sinistra anticpaitalista, chiedono al comune di espropriare la cattedrale di Barcellona alla Chiesa perché "simbolo della borghesia, della monarchia e di controllo del proletariato". Al suo interno, vorrebbero farci una scuola di musica e un mercatino.

La sinistra catalana vuole espropriare la cattedrale di Barcellona

Dopo la richiesta di eliminare la statua di Cristoforo Colombo, perché contrario ai valori della Catalogna moderna e simbolo dell’imperialismo e dello schiavismo spagnolo, la CUP (Candidatura d’Unitat Popular) di Barcellona ha un’altra proposta: espropriare la Cattedrale e fare una “socializzazione forzata” della chiesa per renderla un luogo ricreativo pubblico. Secondo la sinistra radicale della Catalogna, il motivo sarebbe nel fatto che il quartiere storico di Barcellona, la Ciutat Vella, sarebbe già eccessivamente carico di turisti e mancante di infrastrutture pubbliche per la vita dei cittadini, pertanto, la cattedrale della città risulterebbe un luogo totalmente inutile.

Le ragioni di questa richiesta da parte dell’estrema sinistra catalana, sono tutte apparse in un video di propaganda di alcune giorni fa. Nel video, che ha come protagonista uno dei rappresentati del movimento radicale cittadino, si accusa la cattedrale di essere diventata il simbolo della “gentrificazione” del quartiere, cioè di averlo reso un quartiere non più adatto alle classi meno abbienti, e soprattutto di essere diventato una meta del turismo di massa a discapito del quartiere. Naturalmente, nel ventaglio di accuse alla cattedrale, rientra anche la critica alla Chiesa. Secondo il consigliere della CUP, la cattedrale non è un simbolo storico, culturale e di fede, ma il simbolo di un’istituzione ecclesiastica che “ha servito monarchie e borghesie, contribuendo a perpetuare processi di accumulazione per esproprio, la colonizzazione, il saccheggio, la schiavitù, il moralismo e il controllo del proletariato.”

Nella registrazione, il consigliere del partito anticapitalista del distretto della Ciutat Vella, Joan Suqué, sostiene l'espropriazione comunale a seguito della recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione Europea relativa alle esenzioni fiscali alla Chiesa cattolica. La Corte europea, che ha detto che queste esenzioni potrebbero essere eventualmente considerate aiuti di Stato, quindi illegittimi, ha comunque lasciato la decisione finale allo Stato spagnolo, che però, in questo periodo, sta ancora valutando se sia necessario presentare una riforma in tal senso. Secondo il CUP, tuttavia, questa sentenza costituisce un qualcosa di assolutamente nuovo nella società europea e nella politica catalana, perché a suo avviso implica che la città di Barcellona “stia disobbedendo alla corte”. Pertanto, chiedono al Consiglio comunale e al consiglio del quartiere di Ciutat Vella che assumano come faro il laicismo politico e che esproprino la cattedrale per renderla un luogo di pubblica utilità, per esempio facendone una scuola di musica o un mercato gestito dai lavoratori.

Naturalmente la proposta, oltre a sollevare l’indignazione della Chiesa e di molti partiti della politica catalana prima ancora che spagnola, nasconde quello che nella Spagna contemporanea è un problema non irrilevante, e cioè l’avversità della sinistra radicale verso i simboli della cristianità spagnola. La società spagnola, che negli ultimi anni ha vissuto un profondo processo di laicizzazione e di “scristianizzazione” rispetto al suo passato e alle sue tradizioni, ha oggi un rapporto particolarmente complesso con la religione cattolica e molto spesso ne fa oggetto di dibattito politico.

La sinistra anticapitalista, in questo senso, non ha fatto altro che cavalcare un generale senso di sfiducia e di ostilità nei confronti della Chiesa, che paga in Spagna il prezzo di aver avuto un rapporto molto stretto con il franchismo e di essere stata nemica delle sinistre durante la guerra civile spagnola. Ferite mai rimarginate nella società iberica e che spesso riaffiorano, anche con questi messaggi, che, seppur di propaganda, dimostrano quanto sia ancora vivo un certo sentimento anticlericale nel cuore della sinistra.

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