Alle prese con un'emergenza smog su cui si sono accesi i riflettori mondiali, alcune metropoli della Cina hanno deciso che la Festa di Primavera, cioè il capodanno cinese, sarà senza fuochi d'artificio per non aggravare la qualità dell'aria. A Shanghai le autorità hanno messo al bando i giochi pirotecnici per tutta la durata dei festeggiamenti, che inizieranno nel weekend, con multe per chi contravviene al divieto.
Lo stop ai fuochi vige anche nelle città di Nanchino e Hangzhou ma non a Pechino, che pure è soffocata dallo smog. Nella capitale cinese, dove a dicembre il livello stratosferico di polveri sottili ha portato a provvedimenti drastici come la chiusura delle scuole, si deciderà in base al bollettino meteo.
I fuochi artificiali saranno vietati solo se lo smog sarà da codice arancione o rosso, i due gradi più elevati. L'aria irrespirabile è il prezzo che la Cina paga per le sue attività produttive, ma molte delle conseguenze ambientali negative della sua economia le dà in outsourcing a Paesi più poveri e incolpevoli.
Lo Stato asiatico è uno di quei "fumatori incalliti" che stanno facendo ammalare di cancro ai polmoni i fumatori passivi, cioè i Paesi che nel mondo emettono meno gas serra ma che sono i più esposti agli effetti del cambiamento climatico. La denuncia arriva da un team di ricercatori australiani, che parla di "enorme iniquità globale". Tra le 36 nazioni che più inquinano, 20 sono anche le meno vulnerabili alle siccità, le alluvioni e le altre conseguenze del riscaldamento globale.
C'è la Cina ma anche buona parte dell'Europa
occidentale, insieme a Stati Uniti, Canada e Australia. Sul fronte opposto, 11 dei 17 Paesi che inquinano meno - nazioni dell'Africa subsahariana e piccoli Stati insulari asiatici - sono i più vulnerabili: pagano per colpe altrui.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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