In Spagna la sinistra sta costruendo i muri anti migranti più alti al mondo

Nelle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla saranno costruiti muri alti 10 metri per evitare altre incursioni di gruppi di migranti provenienti dal Marocco: a deciderlo il governo Psoe - Podemos guidato da Pedro Sanchez

In Spagna la sinistra sta costruendo i muri anti migranti più alti al mondo

La retorica sui muri costruiti lungo i confini è una di quelle che infiammano soprattutto gli ambienti culturali più a sinistra. Non solo i movimenti “no borders”, che per definizione si oppongono ad ogni barriera, ma anche partiti e formazioni parlamentari che in Italia come all'estero hanno spesso posto l'accento sulla presunta “crudeltà” di coloro che costruiscono i muri.

Una circostanza però che, evidentemente, vale solo quando il capo di governo in questione è affine ad altri contesti politici diversi da quelli di sinistra. Quando invece, come nel caso della Spagna, è un leader socialista ad erigere i muri non c'è ombra di polemiche. Pedro Sanchez, che a Madrid governa con una coalizione composta dal suo Psoe e da Podemos, ha deciso di innalzare ulteriormente i muri lungo i confini tra le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla e il Marocco.

Qui delle barriere ci sono già e le ha finanziate a suo tempo un altro leader socialista, ossia Luis Zapatero. Si tratta di muri alti non più di tre metri, con tanto di filo spinato posto sulla sommità delle barriere. Adesso Sanchez vorrebbe portare l'altezza a dieci metri, il tutto per evitare ulteriori invasioni delle frontiere spagnole in Marocco.

Ceuta e Melilla si trovano in una situazione molto delicata: sono di fatto gli unici confini terrestri tra Europa e Africa. Si tratta di due città poste in territorio marocchino ma appartenenti alla Spagna: i migranti che riescono a entrare clandestinamente qui possono considerarsi a tutti gli effetti all'interno del territorio spagnolo e dunque di quello dell'Unione Europea.

Per questo ogni anno decine di migranti, marocchini o di nazionalità di Paesi subsahariani, premono su questi confini. Costruire qui robuste barriere è una necessità, l'ideologia conta molto poco: per evitare assalti verso le enclavi spagnole servono opere che materialmente possano bloccare le persone che hanno intenzione di oltrepassare i confini. E questo è vero a Ceuta e Melilla, così come in alcuni punti del confine tra Messico e Stati Uniti oppure in altre parti dove però la costruzione dei muri è stata demonizzata da sinistra.

Quando un governo di centro – sinistra al potere si rende conto della necessità di porre barriere fisiche per evitare il collasso di una zona di frontiera, le polemiche magicamente tendono a spegnersi. Sanchez ha approvato la costruzione di nuovi muri, i quali saranno molto più alti e non avranno filo spinato. Ufficialmente, forse per dare un tocco di “politicamente corretto” all'operazione, per evitare che i migranti possano ferirsi nel tentativo di scavalcare. In realtà al posto del filo spinato ci sarà un cilindro di acciaio dal diametro di mezzo metro. Non proprio un toccasana per l'incolumità di chi proverà ugualmente ad arrampicarsi lungo le nuove barriere.

Il progetto sta già andando avanti, anche perché alcuni episodi hanno dimostrato l'urgenza dei lavori in questione. In questo giovedì mattina almeno 300 migranti hanno provato ad assaltare il confine a Melilla. Solo una cinquantina sono passati, ma questa circostanza mostra il motivo per cui anche un governo di sinistra vede necessità nella costruzione di muri più alti lungo le barriere.

I dati di questo 2020 per la Spagna appaiono comunque in calo sul fronte migratorio: dal primo gennaio a oggi sono entrati 11.460 immigrati irregolari, in diminuzione rispetto allo scorso anno.

Molti dei nuovi ingressi avvengono tramite la rotta atlantica, con imbarcazioni cioè che dall'Africa si spingono verso le isole Canarie. In questa tratta l'aumento di sbarchi è stato addirittura del 454% rispetto al 2019.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica