L'affaire Benalla è stato per diverso tempo una spada di Damocle sulla testa del presidente francese Emmanuel Macron.
La figura di Alexandre Benalla, responsabile per la sicurezza di Macron sia da candidato all'Eliseo che da suo inquilino, aveva già fatto capolino in una serie di scandali che riguardavano le violenze esplose a Parigi nel 2018, l'uso di passaporti diplomatici per un viaggio in Sahel, e altre questioni che passavano da contatti russi al suo ruolo mai precisamente definito all'interno del circuito di sicurezza del presidente. Rivelazioni che in larga parte erano state lanciate dal giornale online Mediapart e che per diverse settimane avevano leso la leadership di Macron al punto che più di qualche osservatore e esponente politico ne aveva chiesto le dimissioni.
Dopo anni, la questione sembrava chiusa con la condanna di Benalla e con le distanze prese dal presidente francese su quanto compiuto dal suo ex responsabile della sicurezza. Ma una nuova inchiesta dello stesso Mediapart rischia ora di creare un ulteriore problema per l'Eliseo a pochi mesi dalle elezioni presidenziali. A confermarlo è il Fatto Quotidiano, che racconta come il sito di inchiesta francese abbia scoperto un rapporto del ministero dell'Interno del 2019 in cui si diceva che nel biennio 2016-17, in piena campagna elettorale, gli agenti di sicurezza dell'allora candidato di En Marche! avrebbero lavorato "in condizioni illegali". Le accuse riferiscono di pagamenti in nero, contratti non particolarmente limpidi e di indagini che nel tempo sono state insabbiate nonostante i riflettori accesi da parte dello stesso ministero.
Le accuse chiaramente non sono mai condanne. E questa è una premessa fondamentale. Però si sa anche di come le rivelazioni dei media abbiano un peso nella carriera di un politico a prescindere da quello che poi viene confermato in sede giudiziaria. E per il presidente francese, in piena campagna elettorale per ottenere la riconferma alla guida dell'Eliseo, l'accusa di Mediapart non è da prendere sotto gamba. A suo tempo, nei primi anni della sua presidenza, l'affaire Benalla incise in modo molto netto sul consenso del capo dello Stato. E ora, mentre si scaldano i motori per la volata finale alla cari di presidente, tutto può essere utilizzato come arma da parte dei suoi oppositori. Macron appare sicuro della sua vittoria al primo turno, e i sondaggi confermano che almeno il 25 per cento degli elettori dovrebbe dare fiducia a "le president". Dietro però la gollista Valerie Precresse incalza e il fronte di destra composto da Marine Le Pen ed Eric Zemmour, che tra loro si mangiano voti, rappresentano un grosso bacino di elettori e di malcontento.
Per il capo dell'Eliseo si tratta di una partita complicata e l'affiare Benalla è un problema che assomiglia sempre di più a un'idra dalle numerose teste. Un incubo che riaffiora proprio mentre Macron si gioca tutto: la ricandidatura alla guida della Francia mentre è anche il presidente di turno dell'Unione europea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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