“Non è una notizia, ma un fatto della società”. Il quotidiano Le Monde titola in questo modo un’inchiesta pubblicata alcuni giorni fa, nella quale racconta una storia raccapricciante della Francia integralista. Siamo nell’ottobre del 2019, a Creil, un piccolo centro a nord di Parigi, dove la polizia rinviene un corpo interamente bruciato nella banlieue cittadina. In quell’area alloggia la criminalità multietnica, in prevalenza di matrice islamica. L’autopsia rivela che quel cadavere carbonizzato appartiene a Shaina, una quindicenne di cui si erano perse le tracce alcuni giorni prima. La ragazza, che frequenta il liceo nella vicina Clermont, presenta segni di accoltellamento non cancellati dalle fiamme.
Un delitto atroce, reso ancora più macabro dalla scoperta che la minorenne era incinta da pochi giorni, ma passato sotto silenzio. Nessuna reazione a quel barbaro assassinio figlio del fondamentalismo islamico. Shaina in precedenza era stata violentata ed è stata punita perché aveva denunciato i suoi aggressori, ma soprattutto perché aspettava un bambino. Non solo in Paesi come l'Afghanistan, oggi teatro delle drammatiche rappresaglie dei talebani, le donne subiscono abusi e violenze ma, come evidenzia Le Monde, anche nella civilissima Francia. Il quotidiano richiama all’attenzione pubblica una vicenda simile accaduta diversi anni prima, nel 2002. La diciassettenne Sohane Benziane è morta allo stesso modo di Shaina, bruciata viva dal suo fidanzato a Vitry-sur-Seine, perché conduceva una vita da occidentale.
“L’immoralità” delle donne islamiche va punita, in qualsiasi luogo del mondo, anche nei quartieri malfamati francesi, una delle nazioni più multietniche d’Europa. “Non riesco a comprendere – ha detto la madre di Shaina a Le Monde –il fatto che in Francia una donna possa morire perché donna, proprio come accade in Afghanistan. È stata punita dai ragazzi del quartiere. Voleva essere libera ed è stata uccisa per questo motivo”. La vicenda della quindicenne è agghiacciante. Nel 2017, a soli 13 anni, viene violentata dal suo fidanzato e da altri due giovani. Due anni dopo si innamora di un diciassettenne musulmano, con il quale ha una storia controversa. Il ragazzo ci va a letto ma si vergogna di far sapere in giro di essersi legato a colei che viene considerata una prostituta.
La tragedia avviene quando il giovane scopre che Shaina è incinta. A sua insaputa l’attira in una trappola; in una baracca della periferia la ferisce con un coltello e poi la brucia viva.
Scoperto e incarcerato si è vantato con gli altri detenuti del suo folle gesto, d’altronde la ragazza che aveva ucciso era solo una prostituta e la madre non doveva assolutamente sapere che l’aveva messa incinta, sarebbe stato un disonore insopportabile.
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