Tregua rotta, impossibile trattare con Hamas

Nonostante la logica suggerisse il contrario, Israele se l'aspettava, e come. Quando ieri alle tre di pomeriggio Hamas ha rotto la tregua sette ore prima della conclusione e dell'eventuale rinnovo, e sono esplosi tre missili sul sud, la gente che era tornata a casa nei kibbutz aveva già gli autobus pronti per le mamme e i bambini, via di nuovo verso zii, nonni, kibbutz fratelli. Gli F16 si sono levati in volo e hanno bombardato. Magari presto ci sarà un'altra tregua, un altro tentativo di Hamas di alzare il prezzo dato che una guerra di attrito è l'ultima cosa che Netanyahu desidera, e la seconda l'ingresso delle truppe di terra dentro Gaza.

Ma il passato, il presente e il futuro sono contenuti in questo ennesimo sberleffo che Hamas fa prima di tutto all'Egitto e a Fatah, che al Cairo si sono impegnati almeno per un ulteriore cessate il fuoco. Le ragioni della rottura sono momentanee e basilari: Hamas vuole che si aprano i confini, che gli si dia un porto e un aeroporto, sia l'Egitto che Israele al minimo vogliono che sia Abu Mazen a controllare l'entrata e uscita di denari e merci che possono trasformarsi in missili e gallerie e miseria per la gente. Il rifiuto, voluto da Khaled Mashaal con l'appoggio molto attivo del Qatar, costerà altri morti e feriti, distruzione invece di ricostruzione, più miseria, più disoccupazione mentre i missili vengono lanciati dagli ospedali e dalle case per attirare gli spari proprio sulla gente. Conviene tutto ciò a un'organizzazione che ha già subito danni giganteschi ? La risposta razionale è no, ma Hamas è irrazionale e religiosa e non farà mai un accordo laico.

Come Hamas vede se stesso adesso, e qual'è la sua natura? Hamas è stato fondato dalla Sceicco Yassin a nome della Fratellanza Musulmana per distruggere Israele e stabilire il seme dello Stato Islamico che ristorerà il califfato come ai tempi di Maometto in Medio Oriente. Stessa ummah islamica territoriale, stesse leggi, stesso potere, stessa spietatezza nei confronti degli infedeli. Il problema palestinese per Hamas non si risolve creando uno Stato palestinese, ma combattendo «l'occupazione» (che a Gaza non c'è dal 2005) come gli altri movimenti sunniti che combattono i loro «occupanti» (anche e soprattutto musulmani, ma traditori). Odia infatti anche Fatah, come si è visto quando ne uccise i membri nel 2007 e di cui tiene praticamente prigionieri i superstiti. Proprio due giorni fa è stata scoperta una grossa infrastruttura terrorista di Hamas che aveva nei suoi piani di rovesciare Abu Mazen e di fare attentati in Israele.

Hamas si disegna come un grande vincitore: quando l'Egitto l'aveva quasi costretto ad un accordo che ne registrava la sconfitta, Kerry ha rovesciato il tavolo introducendo il Qatar e la Turchia nella trattativa: ovvero, gli Usa non stanno con l'Egitto e Israele, il fronte dei Fratelli Musulmani ha ripreso fiato, l'Europa si svergogna con centinaia di manifestazioni antisemite, l'Onu condanna Israele. Hamas pensa che non può andargli che sempre meglio. E certo, poi, che la sua gente muoia, per lui è solo un guadagno.

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