"L'Ue è il convitato di pietra tra Stati Uniti e Russia"

Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare, fa il punto sull'andamento della guerra in Ucraina

"L'Ue è il convitato di pietra tra Stati Uniti e Russia"

"Putin cercherà di ottenere tutta la parte Sud vietando l'accesso al mare all'Ucraina". Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare, è convinto che il capo del Cremlino voglia "creare una continuità territoriale" che arrivi e includa la Transnistria "così da poter negoziare congelando i risultati ottenuti sul campo".

Generale, però, Putin sembra aver incontrato varie difficoltà. Quali sono i punti di forza e di debolezza dell'esercito russo?

"L'esercito russo non ha confermato le valutazioni degli esperti militari sulle sue capacità complessive. Sul campo non ha dimostrato il suo pieno valore. Non ha dispiegato al meglio le sue forze che si sono dimostrate indecifrabili, sbagliate e strampalate, molto lontane da una corretta dottrina dello strumento militare. Quel che ha connotato l'esercito russo è una spregiudicatezza brutale e irriguardosa di qualunque diritto e principio e di qualunque convenzione dell'uso della forza. I russi hanno una maniera primordiale di combattere. Mai io, personalmente, avrei mai immaginato che avrebbero raggiunto un tale livello di brutalità".

E, invece, qual è lo stato di salute dell'esercito ucraino?

"L'esercito ucraino è partito con delle capacità militari molto più rilevanti di quelle che i russi potessero immaginare. Questo è successo in virtù dagli addestramenti effettuati dagli statunitensi e dagli inglesi come contributo al raggiungimento degli standard che avrebbe consentito all'Ucraina di entrare nella Nato. In questo contesto, l'esercito ucraino, messo nelle mani degli esperti americani, aveva avuto un salto di qualità notevole anche se non ancora al livello di quello occidentale. Le forze speciali ucraine, invece, sono già all'altezza di quelle occidentali. A ciò bisogna aggiungere gli aiuti militari che Kiev sta ricevendo".

La guerra finirà veramente il 9 maggio?

"Credo che il 9 maggio, di cui sentiamo parlare spesso, nasca dal commento di un soldato che si auspicava che le celebrazioni di quella giornata possano rappresentare la fine del conflitto. Io non ho mai sentito pronunciare una scadenza delle operazioni che si stanno perpretando in Ucraina. Non so quando finirà la guerra, ma di certo c'è qualcuno che non vuole farla finire. C'è un convitato di pietra che è l'Europa che sta nel mezzo tra i due contendenti, che sono Russia e Stati Uniti, e che dovrebbe ergersi a mediatore per favorire gli accordi negoziali".

Ma è possibile trovare un accordo senza che prima sia sancita la tregua?

"Questo, in teoria, è giusto. Prima si smette di sparare e, poi, ci si mette attorno a un tavolo, ma con questa guerra sono saltati tutti i parametri. Abbiamo visto l'ambasciatore russo che ha denunciato un giornalista italiano. Abbiamo visto degli accordi negoziali autogestiti da soggetti improbabili, senza alcun mandato e in territorio non neutro. Insomma, stiamo vedendo un po' di tutto".

Quale potrebbe essere una soluzione?

"Vede, il fatto che l'Ucraina non voglia concedere maggiore autonomia alle regioni del Donbass mi fa pensare che non vuol proprio negoziare. Ritengo ragionevole che una parte dell'Ucraina debba essere regolata da uno statuto speciale perché pensare che l'integrità territoriale di quel Paese possa essere preservata per intero significa far saltare il tavolo".

La celebrazione del 25 aprile porta con è una domanda: il paragone tra la resistenza ucraina e quella italiana è improprio?

"Io abolirei la festività del 25 aprile. Essendo ormai assodato che dalla Resistenza è nata l'Italia e la sua libertà, ma da che io ricordi questa ricorrenza è sistematicamente elemento di divisione del Paese e, perciò, meglio abolirlo.

Detto questo, non voglio entrare nel merito della domanda perché contribuirei ad alimentare un permanente, regolare e sistematico dissidio sul 25 aprile. Anche l'Anpi, che non è guidata da nessun partigiano, dà l'idea di voler strumentalizzare questa Festa per ragioni di bassa politica che mi ha, francamente, un po' stufato".

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