Il diserbante prodotto dalla Monsanto è cancerogeno. Lo ha stabilito il Tribunale di San Francisco, dando ragione ad un coltivatore californiano, Andrew Hardemann, affetto da un tumore alla pelle.
Per anni, l’uomo, ha utilizzato nelle sue proprietà il diserbante Roundup e, secondo i giudici, l’esposizione al principio attivo del diserbante (il glifosfato) è stato un “fattore sostanziale” nella genesi della malattia. Per questa ragione, il colosso tedesco è stato condannato a risarcire Hardemann con 80 milioni di euro. Jennifer Moore, che rappresenta il signor Hardemann, nella sua arringa davanti alla giuria ha detto che “un’azienda responsabile avrebbe testato il suo prodotto” e “avrebbe detto ai consumatori che poteva provocare un cancro” ma “Monsanto non ha fatto nessuna di queste due cose”. Mentre il legale della multinazionale, Brian Stekloff, sostiene che quest’ultima abbia “fatto test” e “agito con responsabilità”
Nel frattempo i titoli della Bayer, che ha acquisto la Monsanto lo scorso anno per 63 milioni di dollari, colano a picco. Un vero e proprio tracollo sulla Borsa di Francoforte dove l’azione è arrivata a cedere più di 12 punti percentuali. Complessivamente, dopo l’acquisto, la società tedesca ha perso più del 60 per cento del valore di mercato.
“Delusa” dalla decisione, la Bayer, ha annunciato che farà ricorso contro la decisione della Corte federale. Ma il caso Hardemann non è certo isolato. Sono più di 11mila quelli che attendono di essere esaminati nelle aule di giustizia e chissà quanti altri che ancora ci potrebbero approdare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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