Vaccino anti-Covid e infertilità maschile: c'è connessione fra i due?

Secondo alcuni studi, il vaccino potrebbe avere un'associazione con l'infertilità maschile. Tutte le ipotesi in campo

Vaccino anti-Covid e infertilità maschile: c'è connessione fra i due?

Scoprire e soprattutto avere la certezza che il vaccino anti Covid possa, sia a breve che a lungo tempo, avere degli effetti collaterali è al momento molto difficile. Il Covid è un’infezione relativamente giovane venuta alla luce meno di un anno fa, per questo anche i vaccini che sono stati creati in tempo record sono tutt’ora costantemente monitorati per possibili effetti collaterali non riscontrati durante il periodo di sperimentazione.

E se da una parte la vaccinazione è l’unica speranza che possa farci tornare ad una vita normale, dall’altra si pone molta attenzione soprattutto al dopo. Per questo ci sono moltissimi studi in atto in tal proposito, non tanto per attaccare la nostra unica possibilità di uscita dalla pandemia, piuttosto per aiutare la ricerca a migliorare i vaccini e aumentare quindi il livello di sicurezza.

Dall’European Consumer arriva un documento dove si legge: “Su un’ampia letteratura scientifica relativa al virus SARS-CoV-2 (si veda: Appendice infertilità maschile e COVID-19 – European consumers) permette di ipotizzare che il vaccino Pfizer BioNTech COVID-19 mRNA-BNT162b2, che si intende distribuire alla popolazione italiana (obbligatoriamente per determinate fasce quali gli operatori sanitari), possa essere mutogeno e causare infertilità. Sembra in particolare ragionevolmente dimostrato la potenzialità di danno agli spermatozoi. L’infezione da SARS-Cov-2 è stata associata al danno dell’apparato riproduttivo maschile con potenziale rischio di infertilità. Ad oggi non ci sono dati sul monitoraggio a lungo termine perciò non sappiamo se il danno è reversibile o no. Il vaccino anti-Covid-19 va testato per l’eventuale rischio di danno alla fertilità maschile e va applicato il principio di precauzione finchè non ci sono risultati che permettono di escludere con chiarezza il rischio di questa gravissima reazione avversa".

Ovviamente, questa è solo una delle tante voci che vengono sollevate in merito al vaccino, contrapposte ad altre che assicurano che non esistono prove che questo possa accadere. È importante riportare un recente studio dell’Università di Miami proprio sull’associazione vaccino/infertilità maschile. I principali ricercatori, tra cui il dottor Ranjith Ramasamy, urologo della riproduzione, prima hanno avviato uno studio che ha scoperto che il virus è presente nei testicoli fino a sei mesi dopo l'infezione. Questo ha spinto il suo team a mettere in discussione l'effetto del virus sullo sperma e sulla riproduzione. Il suo team sta ora esaminando anche il potenziale impatto del vaccino.

"Stiamo valutando i parametri e la qualità dello sperma prima del vaccino e dopo il vaccino - ha spiegato il dottore - Dalla biologia del vaccino COVID riteniamo che non dovrebbe influire sulla fertilità, ma vogliamo fare lo studio per assicurarci che chiunque voglia avere figli in futuro possa fare in ogni caso il vaccino in tutta tranquillità. Ai partecipanti allo studio viene fatta una valutazione della fertilità prima di ricevere il vaccino”.

Per tornare alla presenza del virus nei testicoli maschili, vari studi, oltre quelli di Miami, avevano scoperto che la presenza del recettore per Sars-Cov 2 non vuol dire né che minacci la fertilità maschile, nè che possa provocare la malattia.

Lo spiega chiaramente il World Journal of Urology che in un articolo ha scritto: "La questione principale - si legge - è se Covid-19 sia in grado di provocare danni ai testicoli e alla fertilità nei maschi. Non c'è una risposta definitiva e servirà un follow up dei pazienti maschi".

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