Dopo la sua assoluzione nell’ambito della procedura di impeachment, Donald Trump sembra avere dato inizio a una vera e propria “vendetta” contro alcuni funzionari pubblici che hanno testimoniato a suo sfavore durante la messa in stato d’accusa.
Il presidente americano, fa sapere il Guardian, ha infatti rimosso venerdì dal rispettivo incarico il tenente colonnello Alexander Vindman, membro del Consiglio per la Sicurezza nazionale in qualità di esperto di Ucraina.
Il militare, che avrebbe dovuto abbandonare tale posizione governativa in estate, è stato appunto, riferisce il quotidiano britannico citando il legale di Vindman, “improvvisamente licenziato” e “scortato” fino all’uscita della Casa Bianca.
Durante il procedimento di impeachment promosso dai deputati democratici, il funzionario in questione, ricorda la testata, aveva rilasciato alla Camera dei rappresentanti delle dichiarazioni che evidenziavano le pressioni illegali del tycoon sul governo ucraino affinché Kiev avviasse delle indagini sul figlio di Joe Biden.
Il funzionario aveva così accusato The Donald di avere, con il ricatto incriminato, danneggiato la politica estera di Washington e l’immagine degli Usa agli occhi delle ex repubbliche sovietiche.
David Pressman, avvocato del militare defenestrato, ha quindi usato parole molto dure, ripotate dal Guardian, per commentare venerdì l’improvviso licenziamento di Vindman: “Il mio assistito non ha fatto altro che obbedire agli ordini, rispettare il giuramento fatto quando è stato convocato a testimoniare davanti ai parlamentari e servire il suo Paese. Poiché Vindman ha fatto tutto questo, l’uomo più potente del mondo, con il sostegno di chi preferisce restare in silenzio, degli opportunisti e dei suoi complici, ha deciso di vendicarsi”.
Il legale ha poi tuonato: “Gli americani non hanno alcun dubbio sul motivo per cui questo servitore delle istituzioni è stato estromesso, lasciando il Paese con un soldato in meno di servizio presso la Casa Bianca. Al tenente colonnello Vindman è stato intimato di andarsene per avere detto la verità”.
Sempre venerdì, un’ora dopo avere messo alla porta il militare scomodo, Trump ha licenziato, in quella che il giornale londinese definisce una vera e propria“purga”, un altro funzionario governativo responsabile di avere testimoniato contro il magnate durante la messa in stato d’accusa: l’ambasciatore presso l’Unione europea Gordon Sondland.
È stato lo stesso diplomatico, tramite un comunicato rilanciato dal Guardian, a dare la notizia della fine del suo mandato quale rappresentante a Bruxelles dell’esecutivo federale: “Ho ricevuto oggi la comunicazione che il presidente ha inteso mettere fine con effetto immediato al mio incarico di ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Unione europea”.
Nella sua testimonianza al Congresso al momento dell’avvio dell’impeachment contro l’inquilino della Casa Bianca, Sondland, ricostruisce l’organo di informazione d’Oltremanica, aveva rivelato che il
magnate avrebbe congelato circa 400 milioni di aiuti americani all’Ucraina per costringere le autorità del Paese slavo ad aprire un fascicolo in merito ai legami tra il figlio di Biden e la società locale del gas Burisma.
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