Esulta Nicolas Maduro. "Si tratta del voto più importante che la rivoluzione abbia mai avuto in 18 anni di storia", dice il presidente venezuelano dopo il voto per l'elezione dell'Assemblea costituente. La Commissione nazionale elettorale ha fatto sapere che hanno votato oltre 8 milioni di persone, il 41,5% degli aventi diritto. Ma l’opposizione, che non ha partecipato al voto, sostiene che i dati sono contraffatti e che solo il 12-13% dell'elettorato, poco più di 2 milioni di persone, si è effettivamente recato alle urne.
In un discorso in Plaza Bolivar, a Caracas, Maduro ha detto che la Costituente è nata con "grande legittimazione" popolare e ha salutato i membri dell'organismo che nelle prossime ore prenderanno il "comando" del Venezuela con pieni poteri. "Abbiamo la Costituente, arrivata dalla mano del paese. I venezuelani questa domenica hanno dato una lezione di coraggio e valore". Poi ha avvertito l'opposizione: se seguirà nella sua "pazzia" con le proteste contro il governo, alcuni dei suoi dirigenti "finiranno in una cella ed altri in un manicomio".
L’opposizione ha annunciato che continuerà le proteste nelle strade per respingere l’elezione dell’Assemblea Nazionale Costituente, e che terrà una nuova mobilitazione nella capitale il giorno in cui si installerà l’organo che deve riscrivere la Costituzione, invitando a parteciparvi "tutti quelli che potranno venire a Caracas". Henrique Capriles, per due volte candidato alla presidenza del Venezuela e oggi governatore dello Stato di Miranda, ha detto che l’opposizione protesterà già oggi per denunciare le vittime della giornata di domenica, vittime che secondo l’opposizione sono almeno sedici, mentre il governo ne riconosce una decina. "Ci saranno nuove proteste per i massacri" di domenica (guarda le immagini).
Gli Stati Uniti condannano duramente il voto per la creazione di una Assemblea costituente, concepita per rimpiazzare l'Assemblea Nazionale legittimamente eletta e per minare il diritto del popolo venezuelano all'autodeterminazione", prospettando "forti e veloci azioni" contro il governo di Maduro. In una nota la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Heather
Nauert, afferma che gli Usa si dichiarano "a fianco del popolo del Venezuela e dei loro rappresentanti costituzionali, nella loro volontà di ripristinare una democrazia piena e prospera". Quindi, aggiunge la portavoce a nome degli Stati Uniti, "continueremo ad assumere azioni veloci e forti contro gli architetti dell'autoritarismo in Venezuela". "Condanniamo l'uso della violenza da parte del regime Maduro contro i cittadini che esercitano i loro diritti alla libertà di espressione, associazione e pacifica riunione", ha aggiunto la dichiarazione, dicendo che Maduro ha "messo da parte le opinioni e le aspirazioni del popolo venezuelano".
Secca la risposta di Maduro a Washington: "Al Venezuela non si danno ordini né lo si comanda da fuori", e sottoline che il suo paese si distingue da altri governi "subordinati" agli Usa che si trovano nella regione, tra i quali ha menzionato Colombia, Messico e Perù. "Che c... ce ne importa di quello che dice Trump. Ci importa di quello che dice il popolo sovrano del Venezuela".
Anche l'Unione europea ha condannato "l'uso eccessivo e sproporzionato
della forza da parte delle forze di sicurezza" in Venezuela. "Un'Assemblea costituente, eletta in circostanze incerte e spesso violente non può essere parte della soluzione", afferma il servizio di politica estera dell'Ue.
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