Moody’s pugnala l’Italia, Borse ko

Il comunicato imprudente di Moody’s circa i rischi che correrebbero le banche in un certo numero di Paesi europei, membri dell’area euro, Italia compresa, ha determinato una drammatica caduta delle borse, fra cui quella di Milano, senza che ciò sia minimamente giustificato. Fortunatamente non ne ha risentito la fiducia nel sistema bancario italiano in quanto la Banca d’Italia ha immediatamente smentito che gli istituti italiani abbiano questo problema. Non esiste un rischio bancario italiano dovuto alla crisi del debito pubblico della Grecia, o ad altri rischi. L’Abi si preoccupa giustamente di dichiararlo e per avvalorare tale affermazione ha fatto riferimento a un rapporto di Moody’s sul nostro sistema bancario. Il presidente del Consiglio ha dichiarato, in modo chiaro e netto, che abbiamo i conti in ordine: e vuole riferirsi alle banche e allo Stato. E ha aggiunto che le agenzie di rating hanno perso credibilità. Infatti si può osservare che la mano destra di Moody’s, che ha emesso il comunicato sul rischio bancario italiano in relazione al debito greco, non sapeva che cosa aveva scritto la mano sinistra, la quale aveva esaminato il sistema bancario italiano nel suo complesso e quello del nostro debito, senza rilevare deterioramenti.
Fitch, agenzia di rating internazionale anch’essa statunitense, rivale di Moody's, dal canto suo si è affrettata a fare dichiarazioni positive sul nostro debito pubblico. E cosi rimane il pesante interrogativo sul comportamento di Moody’s, che ha fatto cadere la Borsa e suscitato allarme nei risparmiatori e che è stato, ad essere buoni, di incredibile leggerezza. Non si capisce perché una agenzia di rating, di grande livello e reputazione come questa, diffonda notizie pessimistiche errate di grande rilevanza, in un periodo in cui il mercato finanziario è estremamente nervoso e i risparmiatori sono disorientati dall’accavallarsi di notizie contraddittorie e intimoriti dal fatto che vedono crollare i titoli dei governi come castelli di carte.
Quando un operatore fornisce informazioni false o tendenziose, che generano turbamenti della Borsa, può configurarsi un reato di aggiotaggio, posto che il comportamento sia intenzionale, cioè doloso. E ciò tanto più grande sia la presunta influenza di questo operatore sul mercato finanziario. Se si tratta di un comportamento puramente imprudente, dovuto a sbadataggine o imperizia ossia, come si dice con un termine tecnico, di un comportamento colposo, non c’è il reato. Ma c’è comunque un danno che può essere suscettibile di risarcimento in sede civile. E qui di danni ce ne sono stati parecchi, anche se limitati nel tempo.
Fortunatamente la reazione è stata pronta e il debito pubblico italiano non ha subìto un apprezzabile contagio da questa diceria, in quanto è stata prontamente smentita anche per l’intervento ufficiale della Banca d’Italia e del governo. Ma per la piena valutazione della gravità dell’episodio, occorre tenere presente che sulla stima della solvibilità di uno Stato non influiscono solo i giudizi sul suo debito e sulla capacità della finanza pubblica di fronteggiare eventuali emergenze. Ha molta rilevanza anche il grado di solidità del sistema bancario, in quanto esso di solito detiene nel suo portafoglio anche molti titoli del debito pubblico dello Stato e dei governi regionali e locali. E se il sistema bancario va in crisi esso deve vendere tali titoli anziché comperarne altri e ciò influisce sulle loro quotazioni e sulla capacità del Tesoro di emettere titoli freschi.
Dunque la leggerezza, chiamiamola così, di Moody’s è stata grave. E questa agenzia di rating, si è dimostrata non credibile. E ciò fa sorgere grosse preoccupazioni riguardo alla attendibilità di queste agenzie private, come dice il premier Berlusconi. Molti operatori di mercato, dai fondi pensione, ai fondi di investimento, alle assicurazioni, alle banche per i portafogli di risparmio della loro clientela, seguono il sistema di affidarsi, quasi automaticamente, ai voti espressi dalle agenzie di rating, per evitare valutazioni troppo soggettive.
Dunque si presenta la necessità di poter disporre al più presto di una agenzia di rating europea, dotata di piena affidabilità affinché il risparmiatore possa sentirsi tranquillo, i governi, le banche e le imprese siano valutati in modo oggettivo, con professionalità, per i loro meriti e demeriti e non sulla base di presunzioni o invenzioni o scatti di umore. Già adesso la Banca centrale europea per stabilire quali titoli del debito pubblico accettare come collaterali, cioè garanzia, per i prestiti che le chiedono le banche, prescinde dalle valutazioni di Moody’s o di altre agenzie di rating e adotta le proprie valutazioni.

Una soluzione dunque, potrebbe essere quella di una agenzia di rating costituita a lato del gruppo di banche centrali europee dell’area euro, che fanno parte della Banca Centrale Europea e che non sono assistite dal resto degli Stati dell’area euro.

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