La mossa di Frattini. Una task force europea contro gli incendiari

Forte il dibattito sulle strategie e le pene per frenare il fenomeno Il vicepresidente della Commissione Ue: "Si tratta di una forma di terrorismo territoriale assolutamente nuova"

La mossa di Frattini. Una task force europea contro gli incendiari
Roma - Chi vuole metterli al rogo, chi vuole inscriverli nella categoria del terrorismo. Per una volta sono tutti d’accordo, da destra a sinistra, contro di loro: tutti contro i piromani che stanno infiammando da un capo all’altro l’Europa. E stavolta, uniti nel coro di chi vuole sanzioni durissime, se non spietate, ci sono leghisti (molto) politicamente scorretti come Roberto Calderoli, rifondatori (molto) garantisti come Gennaro Migliore, e commissari europei solitamente (molto) istituzionali come Franco Frattini, che vorrebbe istituire una task force d’intervento dell’Unione Europea, totalmente dedicata alla battaglia contro i piromani. Persino un magistrato anti-Al Qaida come Stefano D’Ambruoso risponde a stretto giro di posta alle parole di Frattini, e sostiene la sua proposta, motivando l’analogia fra l’attività eversiva e i roghi dell’Estate.

Il «rogo» di Calderoli. Ma per capire il tenore della giornata non si può non partire da un acuto, ovvero quello con cui il vicepresidente del Senato, dirigente di prima fila del Carroccio, attacca con il suo solito, inconfondibile stile gli anonimi che appiccano i roghi: «Le leggi in vigore e quelle preannunciate - osserva Calderoli in un comunicato che pare un proclama - non servono e non serviranno a nulla». Poi, con un passaggio al soggettivo che non comporta mezze misure: «Se fosse per me utilizzerai la legge del taglione e li metterei al rogo per punirli dei loro crimini. Ma visto che non è possibile, il solo rimedio per riuscire a fermarli è mettere una cospicua taglia sulla testa di ogni incendiario. Solo così - assicura il vicepresidente di Palazzo Madama - si arriverà ad individuarli e ad arrestarli». E poi, prevedendo una nuova stagione di pentitismo: «Questa è gentaglia, inizieranno a denunciarsi tra di loro e 100mila euro di taglia per ogni arresto saranno nulla rispetto ai costi che hanno queste catastrofi, ma saranno un ottimo incentivo per gente che per cinque euro venderebbe anche la madre, figuriamoci per 100mila...».

La proposta Frattini. Diverso, il tenore delle parole di Frattini, ma non certo meno dure: «Questo nuovo fenomeno - spiega il vicepresidente della Commissione Ue con delega alla Giustizia, approfittando del proprio blog - chiude il cerchio di una singolare alleanza tra le anime scure e rapaci della speculazione edilizia e chi intende invece piegare, mettere in ginocchio una regione, un’economia, ferendo il paesaggio in modo irreversibile». La conclusione non meno drastica a cui giunge Frattini? «Si tratta di una forma di terrorismo territoriale assolutamente nuova: che va dunque combattuta e stroncata anche con nuove armi e deterrenze giuridiche». Il vicepresidente dell’Ue ha una proposta operativa: «Bisogna istituire una task force permamente dell’Unione per fronteggiare il fenomeno degli incendi».

Fuochi e anni di piombo. E che dire di Migliore? Rientrato proprio oggi dalla vacanze per il funerale di Bruno Trentin, il capogruppo di Rifondazione alla Camera paragona anche lui la lotta ai piromani a quella combattuta negli anni di piombo: «Gli incendi - osserva il deputato di Rifondazione - divampano proprio in quelle regioni dove le organizzazioni criminali proliferano». E subito dopo: «I piromani si comportano come dei terroristi.

Con una matrice non ideologica ma di profitto». Dietro «la maggior parte degli incendi - assicura - c’è la criminalità organizzata. Bisogna reagire con la massima decisione, per evitare che ogni anno ci siano emergenze».

Estremisti e piromani. Quanto a D’Ambruoso, proprio lui, il magistrato che i terroristi islamici li ha indagati, arrestati e studiati, lui che li conosce così bene (oggi è anche consulente delle Nazioni Unite sulle questioni riguardanti il terrorismo internazionale) accetta l’analogia: «Certo, non c’è Al Qaida dietro i roghi- premette - però è possibile che strategie destabilizzanti di un’area territoriale possano essere perseguite dagli autori di questi gravissimi reati. I piromani - aggiunge - possono anche perseguire interessi politici». La task force proposta da Frattini? D’Ambruoso è assolutamente d’accordo con la proposta. «Date le dimensioni del fenomeno - commenta il magistrato - l’Europa ha gli strumenti per potersi esprimere univocamente e in modo coordinato e bene fa Frattini a sollecitare questo impegno».
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